Da peculato a truffa aggravata così i giudici del riesame hanno derubricato il reato contestato all'ex deputato Giovanni Lo Sciuto.
C'era un "cerchio magico", un sistema di potere che utilizza le regole simili alla massoneria segreta, con una vera e propria loggia e con un tempio massonico in un palazzo di Castelvetrano.
Secondo la Procura di Trapani che rimane competente per l'inchiesta Artemisia, Lo Sciuto è "l’ispiratore di ogni cosa". Le indagini che hanno coinvolto l’ex sindaco di Castelvetrano Felice Errante, l’ex presidente dell’Ars Francesco Cascio, e poi politici castelvetranesi, poliziotti, commercialisti, medici e sfiorato anche l’ex ministro Angelino Alfano, con il coivolgimento del suo collaboratore, Giovannantonio Macchiarola.
I giudici nelle motivazioni depositate qualche settimana fa, hanno spiegato perché hanno fatto nuovamente arrestare Lo Sciuto, sottoposto ai domiciliari e non in carcere come era accaduto nella prima fase delle indagini.
La misura cautelare degli arresti in un primo momento revocata, tranne poi sopraggiungere la decisione della Cassazione che ha accolto il ricorso dei pm.
Nello specifico il fatto riguarda l'assunzione di Maria Luisa Mortillaro quale consulente-collaboratrice parlamentare di Lo Sciuto. Nomina solo sulla carta il cui compenso viene rimborsato al politico. In un primo momento è stato configurato l’episodio come peculato, adesso la nuova qualificazione in truffa aggravata. Cade così la tesi del Tribunale del riesame che a suo tempo riconoscendo che il reato era stato commesso a Palermo, ha sostenuto la incompetenza della magistratura trapanese. Adesso dopo le decisioni della Cassazione, che hanno riguardato quasi tutti gli indagati, che si sono visti dare torto con l’annullamento delle decisioni assunte dai giudici del riesame, l’indagine torna completamente nelle mani della Procura di Trapani.
Sono 43 gli indagati che ruotano attorno a Lo Sciuto, che con questa rete di relazioni sapeva che c'erano delle indagini a suo carico. La misura cautelare dei domiciliari a Lo Sciuto è dipesa dalla contestazione di gravi reati di concussione che avrebbe messo in atto con un altro super indagato dell’indagine “Artemisia” e cioè Paolo Genco, presidente dell’Anfe, già indagato e arrestato per lo scandalo dell'Ente professionale. Genco sarebbe stato uno sponsor per l’elezione all’Ars di Lo Sciuto nel 2012, e avrebbe garantito al politico una serie di assunzioni nelle centinaia di corsi di formazione finanziati grazie proprio a Lo Sciuto.