Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
18/09/2020 10:47:00

Marsala, lite tra vicini di casa. Assolti in sei 

 Una lite tra vicini di casa approdata in Tribunale ha visto come ultimo atto l’assoluzione delle sei persone finite sotto processo. Per il giudice monocratico di Marsala Giuseppina Montericcio, infatti, “il fatto non sussiste”. Teatro dei fatti è stata la contrada Dammusello.

Imputati erano Sebastiano Culicchia, di 85 anni, la moglie Caterina Costa, di 81, Margherita Culicchia, di 56, tutti abitanti in contrada Santa Venera, e Giuseppa Ragona, di 66, residente a Dammusello, mentre il reato di minacce, per tre diversi episodi, era stato contestato allo stesso Sebastiano Culicchia, a Caterina Costa, ad Antonina Mascari, di 51 anni, originaria di Misilmeri, e a Giuseppe Culicchia, di 54. Anche questi ultimi due residenti a Dammusello. Tutti sono stati difesi dall’avvocato Vincenzo Forti.

I sei erano stati rinviati a giudizio dal gup Riccardo Alcamo dopo l’indagine avviata dalla Procura sulla base della denuncia presentata da una donna di 40 anni (L.F.), anche lei abitante a Dammusello. Secondo l’iniziale accusa, il 4 ottobre 2017, Sebastiano Culicchia, Caterina Costa, Margherita Culicchia e Giuseppa Ragona, aprendo “violentemente” il cancello, avrebbero fatto irruzione “clandestinamente” nelle “appartenenze dell’abitazione” di L.F., contro la volontà di quest’ultima, “mettendo a soqquadro qualunque cosa avessero a loro portata”. La Costa e la Mascari, inoltre, avrebbero minacciato L.F. dicendole: “Vi ammazziamo”. Altre minacce sarebbero arrivate da Sebastiano Colicchia, che avrebbe accompagnato le parole “con gesti inequivocabili di aggressione fisica”. Giuseppe Culicchia, infine, avrebbe detto: “Uscite fuori che così vi ammazzo e vi levo di mezzo… io a questi gli stacco le teste… esci fuori che ad ammazzarvi inizio da te…”. L’avvocato Vincenzo Forti, però, ha sostenuto, con successo, che questa versione dei fatti non trovava alcun riscontro probatorio.