La presidenza della Regione Siciliana si costituirà parte civile nel procedimento penale per l'omicidio del poliziotto Nino Agostino e della moglie Ida, uccisi il 5 agosto del 1989 a Villagrazia di Carini.
Lo ha deciso il governo Musumeci, che ha dato mandato in tal senso all'Avvocatura dello Stato. Proprio nei giorni scorsi, si è tenuta la prima udienza davanti al Gup del tribunale di Palermo, dopo l'avocazione del fascicolo da parte della Procura generale della Repubblica. Pur non essendo stata la Regione individuata tra le parti offese, la Giunta ha deciso di procedere ugualmente perché “l'efferatezza dei fatti criminosi effettuati con metodo mafioso hanno certamente arrecato danno anche all'immagine della terra siciliana e quindi della Regione”.
«Ma è anche un atto di doveroso omaggio – precisa Musumeci – alla memoria di due vittime innocenti, la cui uccisione, dopo oltre trent'anni, è ancora avvolta nel mistero»
Lavoro: chiesto un “ruolo speciale ad esaurimento” per gli ex Pip
Autorizzare la Regione Siciliana a istituire un ruolo speciale ad esaurimento, presso una delle proprie società, per il transito del personale del bacino “Emergenza Palermo”. Lo prevede un apposito emendamento approvato dal governo regionale, già avallato dalla Conferenza Stato-Regioni e in attesa di essere discusso al Senato. Il testo è stato illustrato stamane nel corso di un incontro, a Palazzo Orleans, tra una delegazione sindacale di ex Pip e il presidente della Regione Nello Musumeci, gli assessori all'Economia Gaetano Armao, al Lavoro Antonio Scavone e il capo dell'Ufficio legislativo e legale della Regione Giovanni Bologna.
Dopo la sentenza della Corte costituzionale 194/2020, che ha cassato la norma approvata dall'Ars con la quale si prevedeva la stabilizzazione del personale all'interno della società Resais, la Giunta è intervenuta per tutelare i livelli occupazionali dei lavoratori attualmente utilizzati nelle Pubbliche amministrazioni e per far fronte al fabbisogno di risorse umane per contrastare gli effetti del Covid 19. La norma predisposta non determinerebbe costi per la finanza statale, né ulteriori, rispetto a quelli attuali, per quella regionale.
«Dopo che la Conferenza delle Regioni ha fatta sua la nostra proposta – afferma il vicepresidente della Regione Armao – questo è l'ultimo possibile tentativo. La parola definitiva, adesso, passa al Parlamento nazionale. Stiamo solo utilizzando l'ipotesi risolutiva che prospetta la stessa Suprema Corte».