Oggi è il giorno del confronto pubblico tra i tre candidati sindaci per le amministrative del 4 e 5 ottobre di Campobello di Mazara.
Alle 18,30, si confronteranno Giuseppe Castiglione, Antonio Ingroia e Gaspare Passanante, presso il locale “Insonnia”, nella frazione balneare di Tre Fontane.
Come abbiamo già scritto, in diretta straming dalla pagina facebook della redazione e sull'home di Tp24, i candidati risponderanno alle domande di Tp24.
Potete trovare le interviste che abbiamo fatto nei gironi scorsi QUI, QUI e QUI.
Di seguito riportiamo le risposte che ci sono sembrate più significative ad alcune domande sulla presenza mafiosa nelle campagne elettorali. Tema di cui Tp24 ha scritto molto, soprattutto in relazione alle amministrative di Campobello di Mazara nel 2011 e nel 2014.
CASTIGLIONE
Ad ogni modo, non pensa che l’atmosfera sia pesante? L’impressione è che qualsiasi percorso elettorale, a Campobello di Mazara sia disseminato di fiamme libere. Non teme il rischio di bruciarsi?
Io ho cercato di candidare il meglio nella mia lista. Poi, è chiaro che non sono un investigatore e non posso avere elementi ulteriori rispetto alle informazioni che si possono reperire nell’ambito dell’ambiente che io frequento. Per esempio, quando arrestarono Mario Giorgi, per me fu una sorpresa: non avevo mai sentito parlare di lui come mafioso. Poi, le mie valutazioni sulla sua persona erano, come ho già detto, di gran lunga precedenti al suo arresto e riguardavano aspetti politici e caratteriali. Stessa cosa nei confronti di Paolo Ruggirello: perché non mi sarei dovuto fidare di un deputato regionale che voleva appoggiare la mia candidatura? Come avrei dovuto sapere che era indagato per fatti di mafia? Oggi, sempre per le cose che posso sapere, io non mi sono seduto nemmeno a parlare con certe persone che avrebbero voluto avvicinarsi.
PASSANANTE
La mafia l’ha mai percepita? Secondo lei i mafiosi hanno avuto un qualche ruolo nell’elezione dei sindaci a Campobello di Mazara?
Guardi, io su questo aspetto penso che ci sia… da riflettere tanto, perché è un aspetto delicatissimo. Tra l’altro, per la professione che svolgo, non mi posso sbilanciare tanto. Però sono convinto che a Campobello non si possa parlare di vera mafia. Il territorio è disastrato, non ci sono grossi appalti e non arriva denaro a fiumi, visto che a malapena il comune riesce a pagare gli stipendi, dal momento che il 50 per cento dei campobellesi non paga né l’Imu, né la spazzatura. E al di là delle vicende giornalistiche, senza le sentenze io non mi permetto di affrontare questo argomento. Poi, a Campobello uno può conoscere una persona e magari l’indomani, secondo la procura della Repubblica, spunta che è un presunto mafioso. E ci rimani, perché non lo conoscevi su quell’aspetto, soprattutto se sei uno che lavora e poi torna a casa dalla famiglia, senza particolari frequentazioni.
Però un interesse mafioso nei confronti della politica è emerso…
Sì, ma se si riferisce alle inchieste di Tp24, io ero dall’altra parte (in un’area politica opposta, ndr).
Al di là degli specifici ambiti politici coinvolti, non la preoccupa la possibile commistione tra mafia e politica, che potrebbe comunque attraversare un po’ tutto l’ambiente elettorale?
Sono cose lontane anni luce dal mio modo di fare politica. Anche perché sono convinto che prima o poi la verità viene sempre a galla. Sarebbe stato facile mettersi dentro qualche gruppetto di persone… ma io li ho messi alla porta.
INGROIA
A Tp24 abbiamo raccontato cosa accadeva durante le campagna elettorale per le amministrative del 2014 e del 2011. E’ venuto fuori un sottobosco sconfortante, fatto di voti comprati, di gruppi di elettori vicini alla mafia, di scambi politico-affaristici. Se fosse ancora così, potrebbe essere difficile farcela soltanto con i voti di opinione. E nello stesso tempo, anche nella sua lista potrebbero esserci candidati con dei pacchetti di voti che magari sarebbe stato meglio non avere. Lei ha sottolineato più volte che non si tira indietro di fronte alle sfide, ma come pensa di districarsi in questo terreno così scivoloso?
La seconda ipotesi non mi preoccupa, perché abbiamo utilizzato un criterio molto rigoroso nella selezione dei candidati e non credo che possano esserci rischi di inquinamento del voto a nostro favore. In questa sfida ci vuole un buon arbitro. Colgo l’occasione della sua intervista per fare un appello a tutte le autorità preposte a controllare la regolarità del voto, a cominciare dal prefetto di Trapani. Farò una lettera formale al prefetto di Trapani affinché vengano mobilitate le forze dell’ordine per un controllo severo sulla regolarità delle operazioni di voto. Chiaramente, invito i miei avversari a fare altrettanto. Che siano rispettate le regole del gioco, dovrebbe essere interesse di tutti i giocatori.
Il confronto, ovviamente anche su altri temi, è quindi aperto.
L’appuntamento è a stasera.