Ammontano a poco più di un secolo di carcere, le pene per i quindici condannati e - dodici sono stati assolti - nel processo denominato "Maredolce 2". Questa la decisione del gup di Palermo, Michele Guarnotta, nel giudizio col rito abbreviato contro il clan di Brancaccio.
"Maredolce 2" è un secondo filone di un'inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Salvatore De Luca e dal sostituto Francesca Mazzocco. Oltre all'associazione mafiosa e alle estorsioni, nel processo erano coinvolti alcuni organizzatori di traffici di sigarette di contrabbando. Oltre al pizzo da imporre ai commercianti e al contrabbando, il clan si occupava anche della gestione delle macchinette videopoker illegali.
e le più alte sono toccate ai due capi del clan: Salvatore Testa, che ha avuto 16 anni e 8 mesi, e Luigi Scimò, detto Fabio, 14 anni e 4 mesi. Seguono Pietro Di Marzo, che ha avuto 12 anni; Aldo Militello 12 anni e 4 mesi; Giovanni De Simone 13 anni e 4 mesi; Lorenzo Mineo 10 anni e 8 mesi; Enrico Urso 3 anni; Carlo Testa 4 anni e 6 mesi; Pietro Luisi 4 anni e 4 mesi; Pietro Mendola 3 anni; Salvatore Li Muli 2 anni; Rosalia Quartararo 1 anno e 4 mesi; Caterina Feliciotti 2 anni; Vincenzo Machì 2 anni, 2 mesi e 20 giorni; Paolo Rovetto 3 anni e 4 mesi. Assolti Girolamo Castiglione, Antonino Marino, Giuseppe Napoli, Pasquale La Manna, Giovanna D'Angelo, Santo e Gaetano Li Causi, Paolo Leto, Adele, Gioacchino e Stefano Micalizzi, Giuseppe Geloso.
Il giudice ha anche disposto che gli imputati risarciscano i danni alle parti civili: Federazioni delle associazioni antiracket e antiusura, Confesercenti Palermo, Sicindustria, Centro Pio La Torre, Sos Impresa, Solidaria Onlus, Associazione Antonino Caponnetto.