Marco Falcone, assessore alle Infrastrutture e Trasporti in Sicilia, qualche giorno fa si è tenuta a Segesta la manifestazione di protesta per la linea ferroviaria Trapani-Palermo via Milo, chiusa da 7 anni. Perchè avete organizzato questa manifestazione, per dire cosa a chi?
Abbiamo rappresentato la delusione, l'amarezza di un territorio che sente la mortificazione infrastrutturale. A distanza di un anno da quando abbiamo trasmesso il progetto al ministero dell'ambiente per un mero parere ancora è tutto bloccato, con un disagio non di poco conto. E' un lavoro che vale 144 milioni di euro, con un'indiscutibile ricaduta sul territorio. Insieme a sindaci, sindacati e parlamentari abbiamo manifestato il disagio del territorio con l'intenzione di avere delle risposte da Roma.
Dal 2013 chi volesse da Trapani arrivare in treno a Palermo deve fare un giro interminabile passando per Castelvetrano, oltre 4 ore di viaggio. Il tutto per una frana sulla linea ferroviaria mai ripristinata. E' incredibile che da tutti questi anni si trascini questo problema. Perchè tutto ciò che è normale negli altri posti, da noi diventa sempre un'emergenza?
Dobbiamo dire che il nostro governo è riuscito a spingere Rfi per realizzare il progetto. In più siamo riusciti ad ottenere un altro finanziamento, di altri 70 milioni di euro, non solo per il ripristino ma per elettrificare questa tratta e far arrivare i treni moderni ad Alcamo e a Trapani, cosa che adesso non è possibile. L'interruzione di questa tratta comporta che chi da Trapani vuole andare ad Alcamo deve scendere verso Marsala, Mazara, Castelvetrano, risalire a Salemi e andare ad Alcamo. Invece di 47 chilometri se ne devono fare 187, con i disagi che conseguono. Abbiamo voluto evidenziare questo problema, abbiamo lanciato un monito al governo nazionale. Si spiccino a dare questo parere in maniera tale che si faccia la gara e inizino i lavori.