E’ in dirittura d’arrivo, davanti la Corte d’appello di Napoli, il processo bis ai fratelli marsalesi Antonio e Massimo Sfraga, di 54 e 47 anni, coinvolti nell’indagine sulla “mafia nel trasporto dell’ortofrutta”. Per loro, in gennaio, il Pg ha chiesto una riduzione di pena (da 3 a 2 anni di carcere).
La sentenza è prevista per l’11 dicembre. Nel frattempo, la difesa ha concluso con l’arringa dell’avvocato Gustavo Pansini, docente universitario di Procedura penale. In precedenza, erano intervenuti gli altri due legali degli Sfraga: gli avvocati Diego Tranchida e Raffaele Bonsignore.
Il processo è l’appello bis ordinato dalla Cassazione, che cinque anni fa annullò la precedente sentenza con “rinvio” ad altra sezione della Corte d’appello partenopea. Una decisione arrivata a fine ottobre 2015, quando gli ermellini accolsero la richiesta della difesa, rinviando indietro il processo che aveva visto condannati, sia in primo che in secondo grado, i fratelli Sfraga per “illecita concorrenza con minaccia o violenza”.
Ad essere annullata, per un nuovo processo, fu la sentenza con cui, il 7 gennaio 2014, i giudici d’appello napoletani (quinta sezione) avevano confermato la condanna a tre anni di carcere ciascuno inflitta, il 27 gennaio 2012, dal gup campano Alberto Cairo. Antonio e Massimo Sfraga, ex ras locali nel settore del trasporto dell’ortofrutta verso i mercati campani e laziali, furono condannati insieme ad altre trenta persone coinvolte nell’operazione condotta dalla Dia di Roma e dalla Squadra mobile di Caserta che il 10 maggio 2010 consentì, con 68 arresti, lo smantellamento di un “asse criminale” camorra-mafia che, secondo l’accusa, imponeva il monopolio dei trasporti su gomma ai commercianti che operano nel settore dei prodotti ortofrutticoli.