Francesco Forgione, neo sindaco delle Egadi, il suo è uno dei risultati più interessanti in questa tornata elettorale in provincia di Trapani.
Per i suoi trascorsi nel panorama politico nazionale, in commissione antimafia, per la sua esperienza di scrittore di esperto delle vicende di mafia e di ndrangheta. Una candidatura interessante per come è maturata, dopo l'arresto di Pagoto si pensava che non si andasse al voto. I suoi primi gesti da sindaco sono stati molto significativi, ha incontrato subito i suoi sfidanti e ha detto che Favignana è di tutti, basta con la stagione dei veleni.
Favignana è di tutti. Sarà l'amministrazione comunale di tutti gli egadini, non solo Favignana, ma anche Levanzo e Marettimo. Ho voluto salutare gli avversari politici. Le elezioni sono sempre un momento alto di democrazia e partecipazione. Noi abbiamo vinto con un profilo politico preciso. Un profilo politico civico, dello sviluppo, della qualità del territorio, della ricostruzione dell'etica pubblica, della collocazione euromediterranea che le isole devono avere. Noi su queste linee che abbiamo proposto all'elettorato intendiamo proseguire con la responsabilità di rappresentare tutta la popolazione.
Il centrosinistra negli altri comuni è andato molto male, a Marsala in particolare il Pd è rimasto fuori dal consiglio comunale. La sua vittoria ha un significato politico per il centrosinistra?
No. Ha un significato politico per le Egadi e per i suoi cittadini. Io non ho un partito politico, non ho voluto costruire una coalizione nella quale il ruolo centrale l'avessero i partiti. Ma abbiamo costruito un percorso tra persone, associazioni, idee. I destini del centrosinistra li lascio ai dirigenti del Pd e degli altri partiti del centrosinistra. Non credo che la mia vittoria si possa etichettare e inserire all'interno di processi di ricostruzione del centrosinistra che per quanto mi riguardano non hanno a che fare né con la mia elezione né con le mie ambizioni politiche. Certo, io sono un uomo collocato, come racconta la mia storia, a sinistra, ma nella mia lista c'erano persone di estrazioni culturali e politiche magari molto diverse dalle mie che hanno trovato valore in una sintesi civica che oggi è al governo delle Egadi con senso civico e con una comunanza di valori fondamentali e fondanti.
Lei lo sa che rischia di essere un sindaco sul “vaporetto”, perchè Favignana ha molti problemi e dovrà fare spesso la spola a Trapani e Palermo dove ci sono i referenti delle istituzioni con cui confrontarsi.
Dovrò andare spesso a Trapani, a Palermo, ma anche a Roma. Perchè abbiamo bisogno di dare autorevolezza alle Egadi a livello istituzionale. Noi non possiamo più essere le isole minori tra le isole minori, dobbiamo dare centralità alle Egadi sia nella programmazione regionale, che nazionale, che a livello europeo. Il sindaco sarà dove ci sarà bisogno per far sentire le esigenze del territorio, le difficoltà e le potenzialità che offre. Perchè la Regione e lo Stato hanno ascoltato poco le nostre esigenze.