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11/10/2020 08:52:00

Trapani, con una polizza vita falsa truffa una parente 

Con una polizza-vita, rivelatasi poi fasulla, avrebbe truffato addirittura una parente. Protagonista della vicenda è un trapanese residente a Marausa, Salvatore Genna, che dopo avere perso già il primo round della causa civile, è stato anche citato direttamente a giudizio, penalmente, dal procuratore aggiunto Maurizio Agnello.

Alla prima udienza del processo, l’1 febbraio 2021, la donna, assistita dall’avvocato Concetta Inglese, chiederà di costituirsi parte civile.

La polizza assicurativa, proposta come molto “vantaggiosa”, era di 10 mila euro, da versare subito e da incassare, con gli interessi, dopo cinque.

La donna, una pacecota (G.M.), si fidò. Firmò la polizza e diede 10 mila euro in contanti al parente, che gli avrebbe detto di essere un agente assicurativo. Era il 2012. Quando, però, cinque anni dopo, alla scadenza, chiese di riavere indietro i 10 mila euro più gli interessi promessi, l’agente assicurativo avrebbe prima tergiversato e poi sarebbe addirittura scomparso. Questa, in sintesi, la storia: otto anni fa, Genna, qualificandosi come agente assicurativo, propone alla parente una polizza Axa “molto conveniente”. La donna si fida. Firma e consegna 10 mila euro in contanti. Cinque anni dopo, però, al momento di riscuotere, arriva la brutta sorpresa. M.G., quindi, tramite il suo legale, scrive all’Axa e scoprì che a questa compagnia, per la quale in precedenza lavorava Genna, non risultava il suo contratto. Rintracciato, il presunto truffatore avrebbe ammesso il raggiro e avrebbe quindi firmato una scrittura di debito con cui si impegnava a restituire la somma entro una certa data. Ma ciò non avvenne. La donna, quindi, presentò ricorso in Tribunale per ottenere un decreto ingiuntivo di pagamento. E il Tribunale accolse la richiesta. Ma Genna presentò opposizione affermando che la firma apposta sia nella polizza vita, che nella scrittura ricognitiva, non era la sua.

Giovedì scorso, però, il Tribunale di Trapani ha dato ragione alla donna, condannando Genna anche alle spese di lite.