E' di Alcamo il laboratorio di analisi sequestrato oggi per la truffa dei tamponi.
I tamponi per accertare l'infezione da Covid nei centri privati convenzionati devono costare 50 euro. Un prezzo deciso dalla Regione Siciliana. Ed invece ad Alcamo il prezzo imposto dal centro analisi sarebbe stato di 100 euro. I carabinieri del Nas di Palermo hanno eseguito un controllo in un centro diagnostico privato del comune del trapanese dove è stato sequestrato il solo laboratorio per lo screening del Covid.
Il provvedimento è scaturito dopo le indagini dei carabinieri che hanno evidenziato come il laboratorio abbia continuato ad analizzare tamponi molecolari per conto dell'Asp di Trapani, di cliniche delle provincie di Palermo e Trapani nonché di privati, nonostante le apparecchiature utilizzate (nei mesi di aprile ed agosto) fossero state valutate non idonee per lo screening del Codiv-19 da parte dell'ente certificatore regionale di controllo qualità. Inoltre era stato rilevato che le matrici oggetto di analisi erano risultate difformi dal reale contenuto e, in alcuni casi, l'esame analitico aveva dato esito negativo al virus quando in realtà doveva essere positivo.
Nel contempo, le indagini hanno fatto emergere che il titolare della struttura diagnostica ed il direttore tecnico del laboratorio hanno omesso di inserire nella piattaforma web regionale per il Covid-19 i test privati eseguiti e processati ed il relativo esito e hanno fatto pagare ai privati un prezzo per tampone variabile tra 80 e 100 euro, anziché applicare la tariffa di euro 50 a test stabilita dalla circolare regionale, una delle condizioni per la quale lo specifico esame era stato accreditato anche ai laboratori privati. I militari non hanno trovato inoltre il biologo specializzato in microbiologia, virologia o genetica; figura professionale indispensabile. I due sono stati denunciati con l'accusa di falso e frode nell'esecuzione del contratto con l'ente pubblico, avendo eseguito presso il laboratorio in questione, per conto dell'Asp di Trapani, 7.600 tamponi, con la richiesta di pagamento di fatture per complessivi 380 mila euro, 72 mila dei quali già corrisposti.