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16/10/2020 04:00:00

Coronavirus, l'industria dei matrimoni rischia il fallimento 

 "Un nuovo Dpcm che pesa come un macigno sulla testa di un milione di occupati, di cui 700 mila solo stagionali, la cui unica fonte di sostentamento è il lavoro nel settore wedding ed eventi. Un insieme di norme ancora più restrittive che, senza l'adozione immediata delle dovute misure, sta già segnando il tragico destino dell'intero comparto wedding nazionale". Il movimento spontaneo Italian Wedding Industry, partito dalla Sicilia con la promozione di Barbara Mirabella, esperta del settore, e degli imprenditori Umberto Sciacca e Luca Damiani, torna a farsi sentire dopo le misure restrittive del governo che limitano a non più di 30 le persone che possono partecipare a un matrimonio.

Atelier, società di catering, location per eventi, organizzatori d'eventi, agenzie di viaggi, musicisti, parrucchieri, fiorai sono solo alcune delle aziende che lavorano in questo settore che adesso rischia il crack. Stime alla mano, nel 2020 in Italia, erano stati programmati 219.405 matrimoni di cui 210.258 italiani e 9.147 stranieri, con un fatturato diretto complessivo di 10 miliardi. "Un fallimento è per sempre - dichiara Barbara Mirabella - e non c'è più tempo per le parole: l'intera filiera ha bisogno di aiuti concreti per prevenire l'ecatombe definitiva del comparto del matrimonio e degli eventi. Il movimento Italian Wedding Industry è attivo da marzo per cercare di ottenere un tavolo di confronto ma, in questi lunghi mesi, ogni nostra richiesta è stata ignorata. Non possiamo lasciare che Roma infligga il colpo letale alla wedding e event industry, senza un tavolo di concertazione, né un paracadute per le imprese".

"Solo nelle prime 24 ore dalla firma del nuovo Dpcm - dichiara Umberto Sciacca - tutti gli operatori della filiera hanno ricevuto disdette da parte degli sposi, fortemente scoraggiati all'idea di festeggiare il giorno più bello della loro vita, circondati da un'atmosfera di terrore. Stiamo subendo un colpo ancora più duro di quello dell'inizio della pandemia, da parte del Governo, che sembra non solo essere sordo alle nostre richieste di aiuto, ma soprattutto cieco al contesto generale". (ANSA).