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18/10/2020 15:00:00

A processo le "talpe" del Tribunale di Trapani

 Una inchiesta complessa e delicata, avviata nel marzo del 2017, per stanare le “gole profonde” che si annidano al Palazzo di giustizia di Trapani, dopo la “dritta” di un collaboratore di giustizia.

Così nella lente d’ingrandimento degli inquirenti sono finite le cancellerie che vennero perquisite. Quello che è venuto fuori ha aperto uno scenario inquietante: tentativi di concussione, rivelazioni di segreti d’ufficio, falso e truffa. Ora il rinvio a giudizio per gli indagati. Il prossimo 25 novembre, infatti, dovranno comparire davanti al tribunale di Trapani il cancelliere Antonio Bologna di 60 anni, l’impiegato del Tribunale, Paolo Sigona, anche lui 60enne anni e la moglie Rosa Sanna, 46 anni, avvocato.
Riflettori anche su un lascito ereditario e su una curatela fallimentare.

L’avvocato Sanna è accusato di concussione. Ai suoi assistiti – la vicenda riguarda proprio un lascito, avrebbe chiesto di sborsare mille euro da destinare al cancelliere Bologna. In realtà, secondo quanto emerso dalle indagini, a Bologna sarebbero dovuti andare 100 euro, il resto sarebbe finito nelle tasche del legale. Sigona, marito della Sanna, è imputato di rivelazione e utilizzo di segreti di ufficio, per la Procura fu lui a dire alla moglie che il cancelliere Bologna era oggetto di intercettazioni. Bologna invece è imputato di falso e truffa in merito ad una procedura fallimentare.