20,25 - Sarà l'esame istologico a svelare se il neonato, gettato dalla finestra al quinto piano di un complesso residenziale alle porte di Trapani, era nato vivo e se il decesso, pertanto, è stato conseguenza di quel volo di circa 15 metri.
Questo pomeriggio sul corpicino è stata eseguita l'autopsia che, però, non è bastata a dare la risposta al quesito che si sono da subito posti gli investigatori. Uno dei tanti che caratterizza una vicenda che ha sconvolto la città. Frattanto, il Gip ha convalidato l'arresto della mamma che, però, non andrà in carcere, ma la studentessa di 17 anni sarà trasferita in una comunità fuori dalla Sicilia probabilmente.
Il giudice, infatti, ha rigettato la richiesta, avanzata dal Pm, della detenzione in un istituto penitenziario minorile. All'udienza ha preso parte la ragazza collegata in videoconferenza dalla comunità di Caltanissetta dove si trova in attesa della nuova destinazione.
17,50 - Convalidato l’arresto per la minorenne accusata di aver gettato dalla finestra di casa il bimbo che aveva partorito in bagno. Ma la studentessa di 17 anni non andrà in carcere. In serata raggiungerà una comunità fuori Trapani. La richiesta della detenzione in un istituto penitenziario minorile, avanzata dal Pm, infatti, è stata respinta dal giudice. Un primo punto a favore dell’avvocato Nino Sugamele che assiste la ragazza.
Frattanto, si attende il risultato dell’autopsia eseguita sul corpicino del bimbo. L’esame dovrà accertare se il neonato è nato morto o se il decesso, invece, è stato conseguenza del volo di circa 15 metri. L’incarico è stato conferito ai professori Procaccianti e Maresi dell’Istituto di medicina legale di Palermo, mentre il consulente nominato dall’avvocato Nino Sugamele è il medico legale Gaetano Vivona.
La tragedia, venerdì mattina, in un complesso residenziale di via Francesco De Stefano, alle porte di Trapani, dove la ragazza vive con i genitori e la sorella più piccola di lei. I familiari non si erano accorti che la diciassettenne era incinta. Il padre è un poliziotto. La madre una commercialista. La donna stava dormendo quando la figlia si è chiusa in bagno dove ha dato alla luce il bambino. Ha fatto tutta da sola? Lei si è assunta la responsabilità di quanto accaduto, ma il sospetto è che qualcuno l'abbia aiutata nel parto.
Quando i poliziotti, dopo il rinvenimento del corpicino ormai privo di vita del neonato riverso nel cortile interno del palazzo, hanno bussato alla porta dell'appartamento al quinto piano, la ragazza non era da sola. Con lei c'erano la madre e la donna delle pulizie. Anche quest'ultima è stata ascoltata dagli investigatori. Le indagini vanno avanti perché ci sono ancora lati oscuri da approfondire.
10,35 - Oggi l’udienza di convalida dell’arresto della studentessa di 17 anni accusata di aver ucciso, gettandolo dalla finestra della sua cameretta, il bambino che aveva partorito nel bagno di casa.Poi probabilmente sarà trasferita a Roma.
Dopo un lungo interrogatorio la minore era stata arrestata dalla polizia di Trapani. La tragedia, giovedì mattina, in un complesso residenziale di via Francesco De Stefano dove la ragazza vive con i genitori e la sorella più piccola di lei. I familiari non si erano accorti che la diciassettenne era incinta.
Il padre è un poliziotto. La madre una commercialista. La donna stava dormendo quando la figlia si è chiusa in bagno dove ha dato alla luce il bambino. Ha fatto tutta da sola? Lei si è assunta la responsabilità di quanto accaduto, ma il sospetto è che qualcuno l'abbia aiutata nel parto. Quando i poliziotti, dopo il rinvenimento del corpicino ormai privo di vita del neonato riverso nel cortile interno del palazzo, hanno bussato alla porta dell'appartamento al quinto piano, la ragazza non era da sola. Con lei c'erano la madre e la donna delle pulizie. Anche quest'ultima è stata ascoltata dagli investigatori
06,00 - Una città sotto shock, Trapani, dopo l’infanticidio di venerdì mattina in via Francesco De Stefano.
Gli abitanti della zona guardano con gli occhi pieni di angoscia quel cortile in cui è stato trovato il corpicino senza vita del bambino lanciato dalla finestra dalla mamma 17enne che lo aveva appena partorito. Oggi ci sarà l’udienza di convalida dell’arresto per omicidio nei confronti della minorenne che si terrà innanzi il Gip del Tribunale di Minori di Palermo. La ragazza lo seguirà in collegamento da una comunità protetta di Caltanissetta dove è stata trasferita nei giorni scorsi.
“Ho fatto tutto da sola. Ero disperata. Nessuno sapeva che ero incinta, non lo sapevo neanche io”, ha raccontato la ragazza nel primo drammatico interrogatorio all’ospedale Sant’Antonio Abate agli investigatori che stanno cercando di fare ancora più luce su quanto accaduto. Ha raccontato di aver partorito in maniera “inaspettata” all’alba in bagno, venerdì mattina, e ha cercato di cancellare le prove.
Ha ripulito anche il neonato che era tra le sue braccia. Un primo, unico, drammatico gesto di cura verso quella creatura. “Ho messo in un sacco nero gli asciugamani che avevo utilizzato e sono andata nella mia stanza”. Lì la ragazza ha aperto la finestra e ha lanciato il bambino. “Poi sono andata in cucina a fare colazione con mamma, papà e mia sorella” avrebbe raccontato la ragazza. Ma si sta cercando di mettere a posto i tasselli di ricostruire l’arco temporale della tragedia.
La ragazza vive con i genitori e la sorella più piccola di lei. I familiari non si erano accorti che la diciassettenne era incinta. Il padre è un poliziotto. La madre una commercialista. La donna stava dormendo quando la figlia si è chiusa in bagno dove ha dato alla luce il bambino.
Ha fatto tutta da sola? Qualcun altro sapeva della gravidanza? Questo si chiedono gli investigatori. Lei si è assunta la responsabilità di quanto accaduto, che si è chiusa in bagno e fatto tutto da sola, ma non è ancora escluso che qualcun altro sapesse della gravidanza, o che addirittura sia stata aiutata nel parto. Quando i poliziotti, dopo il rinvenimento del corpicino ormai privo di vita del neonato riverso nel cortile interno del palazzo, hanno bussato alla porta dell'appartamento al quinto piano, la ragazza non era da sola. Con lei c'erano la madre e la donna delle pulizie. Anche quest'ultima è stata ascoltata dagli investigatori. E’ stato anche sequestrato il telefonino della ragazza per cercare di capire se qualcuno sapesse della gravidanza, se la minorenne avesse confidato che portava in grembo un’altra vita. Si sta cercando di capire anche se ne fosse a conoscenza il padre del bimbo, anche lui giovanissimo, che vive in un’altra città. In questo senso è stato convocato per essere interrogato.
Nel frattempo quanto accaduto oltre a devastare una famiglia perbene ha scioccato una città che si interroga sulla genesi, intima, tremenda, di una tragedia simile. Ma in pochi osano giudicare una simile tragedia, e si riflette sull'importanza della vita e la fragilità dell'essere umano, come ha ricordato il Vescovo Pietro Maria Fragnelli.