Sembra ancora di sentirla echeggiare la voce tonante del perfetto Benedetto Basile.
Era la mattina dell’ottobre di sette anni fa. Nella sala di rappresentanza del Comune di Salemi si stava svolgendo una delle periodiche conferenze stampa.
Da poco a capo della Commissione Straordinaria insediatasi al Comune di Salemi, dopo lo scioglimento per mafia, aveva scoperto che la città non aveva una struttura operativa della Protezione Civile.
Per inciso. Stesso tono di voce aveva usato il Prefetto quando ci disse che delle “diecimila domande pervenute al comune per l’acquisto di una casa ad un euro” non si era trovata traccia alcuna! Ma questa e’ un’altra storia.
L’agitazione del funzionario questa volta era dovuta al fatto che alcuni giorni prima si era verificata una spaventosa frana. Un fiume di fango e detriti aveva invaso le principali vie della città.
Invano l’ignaro prefetto aveva richiesto l’intervento della Protezione Civile.
Non esiste, gli fu risposto. Stentò a crederlo. Il risultato fu che molte strade (le vie Marsala, Matteotti, Lo Presti, Dante Alighieri, Leonardo da Vinci) del paese rimasero per alcuni giorni di difficile praticabilità.
Essendo stato anche direttore centrale dei Vigili del Fuoco, il prefetto trovò scandaloso che un comune ad altissimo rischio sismico e idrogeologico, come e’ quello di Salem, fosse privo di un Piano di protezione civile e della conseguente struttura operativa.
Evidentemente, il suo stupore scaturiva da un scarsa conoscenza della politica salemitana.
Eppure, da oltre venti anni una legge ne imponeva l’obbligo. Salemi , anche in questo caso, godeva di un triste primato: rimaneva l’unico comune della zona terremotata del Belice, e tra i pochi della Provincia di Trapani, a non avere un piano di protezione civile.
Per il prefetto la soluzione del problema diventava una priorità assoluta
"Il piano di protezione civile va assolutamente portato a termine” fu il suo ultimo messaggio, prima di andare via.
Ma bisognerà aspettare il 2017. L’anno in cui il Consiglio comunale approvava finalmente il tanto disatteso Piano comunale di protezione civile.
Dopo ben 25 anni dall’entrata in vigore della legge.
Ben poca cosa, si dirà, se si pensa che per il dissesto idrogeologico di anni ne sono passati 94. Tanti sono stati gli anni di attesa da quel decreto regio del 1926 firmato dal rachitico re Vittorio Emanuele III che ne certificava l’esistenza.
All’atto amministrativo del Consiglio che istituiva Il Piano della Protezione ci si arrivò grazie all’amministrazione di Domenico Venuti.
Esso rappresenta lo strumento fondamentale per la conoscenza più approfondita del territorio senza il quale e impossibile la prevenzione dai potenziali rischi a cui è esposto.
(Sempre per inciso. Un medesimo atto propedeutico mancava per concretizzare l’iniziativa delle “case ad 1 euro”).
Oggi finalmente Salemi può dire di avere un Gruppo comunale della Protezione Civile. Non solo. Esso e’ diventato un punto di riferimento certo per i cittadini e per le Amministrazioni pubbliche.
Composto da circa quaranta volontari, tra cui diverse figure professionali, opera da tre anni circa per la prevenzione e il soccorso sul territorio in situazioni di emergenza.
Coordinatore del gruppo è l’architetto Salvatore Maltese, mentre il responsabile per conto del Comune e’ l’ingegnere Giuseppe Placenza.
La prova sul campo he siamo in presenza di un gruppo ormai collaudato ed efficiente l’abbiamo registrata a partire dal marzo di quest’anno.
Da quando, cioè, sono operanti le misure riguardanti il contrasto ed il contenimento sull’intero territorio nazionale del diffondersi del coronavirus.
Cosa certamente non facile, tenuto conto delle disposizioni previste dai vari decreti nazionali e dalle ordinanze regionali e comunali, che si accavallano e si aggiornano continuamente.
Come si ricorderà, il 24 marzo di quest’anno Salemi diventava “zona rossa”.
Il provvedimento comportò il divieto di accesso e di allontanamento dal territorio comunale (fatte salve pochissime eccezioni) e anche la sospensione di ogni attività degli uffici pubblici, tranne alcuni servizi essenziali e di pubblica utilità.
Sulla scia di quell’Ordinanza, il campo di attività del Gruppo si e’ ampliato dando prova di solida efficienza.
Un lavoro sotterraneo ed invisibile ma che riteniamo giusto far conoscere smentendo quanti dello scontento fanno ragione di vita.
Chi, se non questi giovani hanno collaborato con le forze dell’ordine che presidiavano i varchi con il montaggio di gazebi? Per non parlare della manutenzione di gruppi elettrogeni, dell’assistenza al personale in servizio, la collocazione nei varchi fissi di transenne o blocchi in cemento armato. Tutta opera loro e in silenzio.
Con l’aumento delle persone positive al covid-19 si rese necessario il servizio di assistenza domiciliare ad un numero sempre più crescente con la consegna di bombole di ossigeno, medicinali vari e alimenti. Sempre merito loro.
Una delle altre attività svolte e’ stata la raccolta e la schedatura delle istanze di autodenuncia dei cittadini che arrivavano e arrivano dalle cosiddette zone rosse.
Come anche il servizio impegnativo prestato da un operatore telefonico che si informa sullo stato di salute dell’assistito. Si tratta spesso di una persona anziana e sola in casa. Nella malaugurata evenienza che l’operatore non abbia una risposta, ecco scattare l’allarme e tempestivamente viene informata la Polizia Municipale.
Un elenco, quello degli assistiti, quotidianamente aggiornato e curato dal Coordinamento della squadra, che viene inviato per conoscenza al Segretario Comunale e al Comandate della Polizia Municipale. Lo scopo e’ di dare al Sindaco un aggiornamento costante della situazione.
Da non sottovalutare anche il servizio di assistenza riservato ai soggetti posti in isolamento volontario.
Sono diversi i casi di quanti, per diversi motivi, sono impossibilitati a lasciare il proprio domicilio per svariati motivi (immunodepressi, invalidi, anziani non deambulanti, ecc.).
Sembra poca cosa, ma diventa provvidenziale il servizio finalizzato all’acquisto di farmaci o di generi alimentari di prima necessità.
Spesso si tratta del ritiro di farmaci, presso vari ospedali e laboratori della provincia (Mazara, Trapani, Castelvetrano, Marsala).
Ma c’e’ anche il ritiro della pensione presso gli sportelli della Posta o altri enti esterni che avevano chiuso la propria attività, come ad esempio alcune Banche.
La collaborazione del Gruppo Operativo di Emergenza (G.O.E.) e’ stata fondamentale.
Infine, con cadenza settimanale, è stata effettuata l’opportuna sanificazione nei luoghi di maggiore assembramento (supermercati, farmacie, ospedale, ecc.) con un mezzo della Protezione Civile Regionale dotato di modulo contenente 400 lt di acqua, ma anche la gestione della sanificazione dell’intero territorio, ogni qualvolta viene richiesto.
In seguito alla ripresa del mercatino rionale avvenuta il 6 giugno scorso, i volontari della Protezione Civile, ogni sabato mattina, in supporto alla Polizia Municipale, assicurano il rispetto delle norme al fine di evitare assembramenti, nonché il controllo dei servizi igienici all’interno del Palazzetto dello Spot.
Stessa cosa per il Campo Sportivo Comunale, avvenuta due giorno dopo, dove viene garantita quotidianamente il servizio di controllo di assembramenti e il divieto di ingresso dei cittadini nel manto erboso.
Piccola cosa il dono fatto dalla Sezione Fidapa al gruppo di Protezione Civile "Città di Salemi". Un modo per dire Grazie ai Volontari che in questo periodo di grande difficoltà sono sempre stati vicini alla popolazione, qualche volta mettendo da parte il tempo da dedicare ai propri cari per alleviare ed aiutare le persone.
Sempre presenti sul territorio, e nei lunghi turni, un caffè può diventare importante, ecco perché abbiamo deciso di donare una macchinetta del caffè. E' il nostro modo di dire grazie al grande cuore di tutti i volontari del gruppo che continuano ad operare con grande senso di responsabilità ed abnegazione. Là dove c’è un volontario, c’è umanità e speranza e noi desideriamo essere vicine ad ognuno di loro.
Si dice spesso che un gesto valga più di mille parole. Soprattutto se fatto con il cuore, è sicuramente più significativo di un lungo discorso retorico. E’ ciò che ha voluto fare la Fidapa guidata dall’instancabile Anna Rapallo Pilocane.
Che, sinteticamente e senza orpelli, com’e’ nel suo stile, così ha voluto esplicitare il valore simbolico della macchinetta del caffè offerta in dono.
“Questi valorosi ragazzi, sempre presenti sul territorio, quando sono operativi non conoscono orari e soste. Ma, durante i lunghi turni, una tazza di caffè spesso può diventare importante, ecco perché abbiamo deciso di donare una macchinetta del caffè .È il nostro modo di dire grazie al grande cuore di tutti i volontari del gruppo che continuano ad operare con grande senso di responsabilità ed abnegazione. Là dove c’è un volontario, c’è umanità e speranza e noi desideriamo essere vicine ad ognuno di loro”.
Alla cerimonia erano presenti, ovviamente, oltre al coordinatore del Gruppo Salvatore Maltese, anche il sindaco Domenico Venuti.
Franco Ciro Lo Re