I falsi poliziotti a casa di Monica erano entrati con l'inganno.
Erano in due. Ben vestiti, con accento palermitano, entrambi sui 40-45 anni. Uno di loro aveva contattato la giovane colombiana, che ormai da sei anni vive a Trapani, al telefonino, spacciandosi per un cliente.
La donna aveva abboccato e gli aveva dato l’indirizzo, ignorando che quell’incontro si sarebbe trasformato in rapina e sequestro di persona. Ora i responsabili del “colpo” sono stati arrestati dalla Squadra mobile di Trapani a conclusione di indagini andate avanti per cinque mesi. Le loro generalità non sono state rese note. Era il mese di giugno, quando all’appuntamento e cioè a casa di Monica, nella zona del centro storico di Trapani, l’uomo si è presentato con un amico. Monica non voleva farli salire: entra solo uno. “Ma no, dai. Sta piovendo vuoi lasciare il mio amico fuori sotto l’acqua?”. Alla fine la colombiana li ha fatti accomodare tutti e due, aprendo loro la porta della sua abitazione.
Una volta dentro, uno di loro ha detto: “Siamo poliziotti, dobbiamo fare un controllo. Mostrami un documento”. Monica a casa non era da sola. Con lei c’era una amica che, intuendo che qualcosa non quadrava, è intervenuta. E’ stata, però, subito spintonata e condotta in camera da uno dei due complici. Anche a lei è stato chiesto di esibire un documento. Uno stratagemma per derubarla, dopo essere stata scaraventata con forza sul letto, della somma di 200 euro. Stessa sorte è toccata a Monica, quando ha aperto la borsa il falso poliziotto, infatti, si è impossessato di 700 euro. “Comandante, comandante, guardi cosa c’è qui”, avrebbe detto al complice, facendo man bassa di denaro contante.
Prima di andare via, i due rapinatori, che si sono impossessati anche dei telefonini cellulari delle due donne, le hanno chiuse a chiave nelle loro camerette. Le due donne sono state poi liberate da un amico. Monica ha sporto denuncia alla polizia che alla fine è riuscita ad individuare e ad arrestare i due complici.