Condannato anche in appello, il Comune di Erice dovrà risarcire il Consorzio universitario trapanese. La terza sezione civile della Corte di Appello di Palermo, presieduta da Gioacchino Mitra ha, infatti, respinto il ricorso avanzato dall’allora sindaco di Erice Giacomo Tranchida. L'Ente dovrà a pagare al Consorzio universitario la somma di euro 103.291,38 relativa alla quota associativa per l’anno 2013. Già il Comune era stato condannato dal tribunale di Trapani.
Nell’ottobre del 2012, il sindaco, presentò al Consiglio comunale la proposta di ridurre il contributo da circa 100.000 euro a 5.000 euro e così passare da socio fondatore a socio ordinario. La delibera fu approvata e gli unici che si opposero furono i consiglieri Nacci e Pantaleo. Con verbale del 10 dicembre 2012 l’assemblea dei soci del Consorzio non approvò il recesso, ma Tranchida con nota del 9 febbraio 2013 ne evidenziò la legittimità. Da lì un lungo contenzioso, culminato nella condanna del Comune.
Sulla vicenda è intervenuto il coordinamento comunale del Psi di Erice. “Nella precedente legislatura – si legge in una nota - la cosiddetta politica culturale del comune di Erice fu al centro di uno scontro accesisdimo fra il psi e il suo gruppo consiliare e il sindaco tranchida e l amministrazione da lui guidata. Quando con una decisione miope il comune si tirò inopinatamente fuori dal consorzio universitario insistente sul proprio territorio, crediamo unico caso di mondo. Salvo poi proporre colate di cemento, prospicienti la spiaggia per residenze universitarie per studenti fuori sede inesistenti. Queste scellerate scelte oggi trovano risposta nella sentenza della Corte d appello di Palermo. Che condanna il comune a risarcire il consorzio per il mancato versamento delle quote e che graveranno sulle tasche dei cittadini, insieme alle ingenti spese legali che ne derivereranno. In politica spesso occorre tempo, ma alla distanza le incongruenze emergono. Peccato che ha pagarne le conseguenze siano come in questo caso i cittadini”.
La nota del Psi porta in calce le firme di Dino Manzo; Yvonne Vento; Giuseppe Clemente; Matteo Valenti; Peppuccio Porracchio; Franco Mione ed Enzo Favara.