Provo un certo disagio, in questo periodo particolare, parlare di politica. E non solo per l’emergenza della pandemia ma anche per la situazione che si è venuta a creare nella nostra città.
Sono trascorsi quasi due mesi dall’ultima tornata elettorale. Il centro sinistra e in primis il Partito democratico hanno perduto clamorosamente la loro sfida.
Sarà estremamente difficile rimarginare in breve tempo questa ferita, Occorre uno scatto di orgoglio che francamente non riesco a vedere. Dal mio punto di vista cercare di individuare le cause specifiche che hanno portato alla vittoria il centro destra ha poco senso se non si riesce a trovare le ragioni, la forza e lo spirito per ritornare a essere visibili. Non sarà un’impresa facile specie per il Pd che non ha nemmeno un rappresentante all’interno del consiglio comunale di Marsala.
E’ un dato di fatto che l’opposizione all’attuale amministrazione, dal punto di vista numerico, è marginale. Ed è anche un dato di fatto che il Pd e le forze del centrosinistra, insieme al M5s, sono alla guida del Paese.
Al Pd, in mancanza di rappresentanti, non resta che organizzarsi nel territorio avendo l’ambizione di ritornare a essere forza determinante di governo non solo a livello centrale ma anche regionale e locale.
Dopo la cocente sconfitta del 4 ottobre scorso le responsabilità del gruppo dirigente, degli iscritti, dei militanti e degli elettori del Pd, oltre che a scontare un periodo più o meno lungo di difficoltà,sotto il profilo oggettivo e soggettivo, saranno sempre più impegnative e pesanti. Basta però partire dalla convinzione che è possibile superare l’impasse in cui si corre il rischio di rimanere per chissà quanto tempo, per capire che si è sulla giusta strada. Sarà uno sforzo immane ma senza una condivisione e un’idea comune di come costruire un partito all’altezza della situazione, sarà tempo perso. Con la concreta certezza di andare inevitabilmente incontro a nuove sconfitte e a profonde frustrazioni. I tempi che ci attendono non saranno tempi di routine. La prova più immediata è quella di come affrontare l’emergenza sanitaria ed economica. E il Pd, pur indebolito dalla recente sconfitta elettorale, non può sottrarsi a questa sfida decisiva che sappiamo non sarà né semplice né provvisoria.
Ho l’impressione che nelle file del Pd si respiri un clima di stanchezza e di scetticismo. Un voler perdere tempo nell’illusoria attesa che prima o poi qualcosa cambierà. Questa è la situazione più perniciosa che una forza politica si trovi ad affrontare e che deve a tutti i costi evitare. E una forza come la nostra per la sua storia passata e recente non se lo può permettere.
Sento tuttavia il bisogno di rivolgere un appello ai dirigenti, agli iscritti, ai militanti e a tutto il popolo del centro sinistra, democratico e progressista che occorre in primo luogo pensare a come meglio organizzare, qui e ora, il partito nel territorio ristabilendo rinnovati rapporti di fiducia fra dirigenti e cittadini che si erano negli ultimi tempi logorati. Non sarà semplice restituire al Pd il ruolo che gli spetta e sarà ancora più difficile pretendere, senza alcuna iniziativa concreta e coerente, farlo diventare punto di riferimento della politica all’interno di una società in rapida trasformazione anche a causa e per effetto della pandemia.
Di pari passo occorre lavorare per sgombrare il campo dalle incrostazioni del passato che si sono rivelate nefaste per il partito che è stata la causa principale della nostra sconfitta elettorale.
In luogo delle ritorsioni, delle vicendevoli attribuzioni di colpe, dello scambio di accuse reciproche e della ricerca affannosa del capro espiatorio, sarà necessario lavorare con l’obiettivo della coesione, della collaborazione, dell’assunzione delle responsabilità di ciascuno. Solo così e con la consapevolezza che tutti insieme potremo essere in grado di capire fino in fondo che senza l’unità del partito sarà semplicemente velleitario immaginare di combattere efficacemente il pericolo di un ritorno indietro rappresentato dall’avvento della destra nella nostra città.
Uno scenario che non vorremmo nemmeno immaginare: il riemergere delle vecchie pratiche clientelari,dello scambio di favori, di un’amministrazione al servizio degli interessi dei pochi privilegiati a scapito della collettività, del bene comune e dei diritti dei cittadini. Non ci possiamo permettere un ritorno della destra conservatrice e reazionaria caratterizzata dalla presenza di forze a vocazione populista, sovranista, negazionista. Dobbiamo evitare che ciò avvenga. Una tale eventualità non rappresenta solo un’ulteriore sconfitta del Pd e del centro sinistra. Vuol dire un duro colpo al futuro progresso della nostra città.
Oggi l’esigenza prioritaria è quella di avviare subito un confronto sereno e proficuo all’interno del Partito democratico per porre le basi di un percorso di ricostruzione e di rilancio per una vera alternativa democratica e progressista. Per questo occorre al più presto un direttivo costitutivo in vista di un congresso per individuare insieme la linea politica unitaria capace di stabilire, in comune accordo, le strategie adeguate e a fornire le risposte concrete ai nostri elettori e alla nostra comunità.
Agostino Licari
(Componente Direttivo PD di Marsala)