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02/12/2020 06:00:00

I veleni di Erice. Archiviato il "j'accuse" dell'ex vice sindaco Catalano

 Tanto rumore per nulla. Il Gip del tribunale di Trapani Samuele Corso ha archiviato le denunce presentate dall'ex vice sindaco di Erice, Angelo Salvatore Catalano.

Sette gli indagati, tra i quali il sindaco della Vetta, Daniela Toscano. Ma il terremoto ha anche colpito l'imprenditore Riccardo Agliano; i consiglieri comunali Giuseppe Spagnolo; Giovanni Rosario Simonte e Vincenzo Di Marco; l'assessore Gianvito Mauro; il dirigente comunale Pietro Pedone.


Il giudice per le indagini preliminari ha accolto la richiesta formulata dal pubblico ministero Franco Belvisi che si è occupato della vicenda.
Le ipotesi di diffamazione. Querele, scrive il Gip, quelle sporte da Catalano presentate oltre la scadenza del termine di decadenza.
Le ipotesi di calunnia. Prive di rilevanza.


Riccardo Agliano. Era accusato di avere falsamente incolpato, nel verbale di sommarie informazioni rese al Pubblico ministero in data 14/2/2019, Angelo Salvatore Catalano ritenendolo responsabile, pur sapendolo innocente, di abuso di ufficio e corruzione.


In particolare dichiarando che Catalano aveva insistito in più occasioni presso il dirigente comunale Francesco Tranchida affinché il progetto di ampliamento di un parcheggio a cielo aperto sul litorale comunale da lui predisposto quale professionista privato nell'interesse della "Camesena" fosse approvato nonostante il vincolo di tutela vegetale esistente sull'area interessata; nonché di avere appreso da Catalano che Marianna Capone, rappresentante legale della società per cui conto Catalano aveva predisposto il predetto progetto aveva esercitato pressioni sul dirigente comunale Isidoro Caruso affinché l'analogo progetto presentato dalla "Barbarossa Service" di cui Agliano era legale rappresentante non fosse approvato; ma anche di avere appreso da altro imprenditore che per ottenere al Comune di Erice l'approvazione di progetti per le varie società occorreva rivolgersi Catalano poiché costui "cummanava" e in cambio, quali utilità non dovute, pretendeva, dalle società richiedenti i suoi interventi, l'esecuzione a titolo gratuito di lavori presso la sua abitazione.


Giuseppe Spagnolo.
Era accusato di avere, agendo nella qualità di consigliere del Comune di Erice, nel corso di conversazioni intercorse con Luigi Manuguerra e registrate da quest'ultimo, nonché nel corso di plurime comunicazioni telefoniche con Daniela Toscano, offeso la reputazione di Catalano, sostenendo, nella conversazione con Manuguerra, di nutrire dubbi e perplessità sull'entità delle risorse pecuniarie di Catalano, sull'eccessivo tenore di vita rispetto alle entrate finanziarie. Nel corso della comunicazione con Toscano si è abbandonato poi ad espressioni di disistima nei confronti di Catalano: è "un cretino", "non benvoluto neppure all'Ordine degli Architetti, "da allontanare" dalla Giunta comunale. Ma anche per aver dichiarato nel verbale di sommarie informazioni rese ai carabinieri del Reparto Operativo di Trapani, che Matteo Barraco, titolare della "BM Impianti", era uno degli imprenditori di riferimento di Catalano.

Giovanni Rosario Simonte. Era accusato di avere, con più condotte esecutive di un medesimo disegno criminoso, nel corso di plurime comunicazioni telefoniche intercorse con Daniela Toscano, offeso la reputazione di Catalano , asserendo che il Catalano era un "fascista", che "istiga alla violenza", “rompiballe catalogato", che "andava levato dal suo posto", “assessore al nulla", "non risolve le cose", e "ha perso il senso della ragione", "inviso a tutti", incapace anche di "fare l'amministratore di condominio", "pazzo", che "litiga con tutti", "coglione"; impegnato tutto il giorno "a fare l'asino”. Nonchè per avere falsamente incolpato Catalano, che pur sapeva innocente, accusandolo nel corso della comunicazione telefonica con il sindaco Toscano, pubblico ufficiale che aveva, quindi, l'obbligo di riferirne alla magistratura, di essersi fatto ripulire tutta la via Entello - sita in località Pizzolungo - dove è ubicata la sua abitazione.


Vincenzo Di Marco. Era accusato, nel corso di plurime comunicazioni telefoniche intercorse con Daniela Toscano di aver , offeso la reputazione di Catalano, asserendo che Catalano aveva fatto effettuare i lavori di scerbatura e cura del verde in via Entello ove ha sede la propria abitazione e di essere il responsabile della esecuzione dei lavori di raccordo fra il marciapiede di via Cesarò ad Erice e l'accesso al bar di cui è titolare Fabio Grammatico coniuge dell'ex consigliere comunale Francesca Miceli, nonché di aver sostenuto, sempre in interlocuzione telefonica con il sindaco che ogni tanto "al Catalano parte l'embolo".

Daniela Toscano. Era accusata di aver offeso la reputazione di Catalano nel corso di conversazioni telefoniche intercorse con: Giovanni Rosario Simonte definendolo "maschilista e fascista", "con un'idea delle donne mai positiva", soggetto che "fa inchiappamenti", "pazzo", "turdo", "malato con disturbo bipolare";. Al consigliere Vincenzo Di Marco Vincenzo aveva, poi, confidato che Catalano aveva richiesto favoritismi per la pulizia e manutenzione di via Entello e che è soggetto che "crea disarmonia e contrapposizione”, "pazzoide", che "voleva far togliere una multa"; a Giacomo Tranchida Presidente del Consiglio comunale di Erice, aveva riferito che a proprio giudizio Catalano è "deficiente", "completamente fuori di testa", "vastaso che non fa una mazza". A Mimmo Spezia, sindaco di Valderice, diceva che il Catalano "è completamente pazzo".


Gianvito Mauro. Era accusato di aver offeso la reputazione di Catalano definendolo "un cambia-lampadine", uno che "non fa un cazzo", "interessato al suo orticello", "che fa quel che vuole", che non si occupava in maniera corretta delle sue deleghe assessoriali nonché per avere, il 9/11/2017 nel corso di una delle audizioni svolte della procedura disciplinare instaurata nei confronti del dipendente Giuseppe Tilotta che il giorno 11/8/2017 aveva aggredito fisicamente e verbalmente il Catalano all'interno degli uffici comunali sostenendo che entrambi i contendenti nel corso dell'alterco si abbandonarono ad espressioni reciprocamente offensive e di non aver notato Tilotta percuotere il contendente.


Pietro Pedone. Era accusato di avere falsamente incolpato, pur sapendolo innocente, Catalano di una pluralità di reati, sostenendo innanzi ai Carabinieri del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Trapani ed al Pubblico Ministero che Catalano era "mosso da interessi personali nella selezione delle imprese cui affidare l'esecuzione di lavori per conto dell'Ente". In particolare per avere esercitato su di lui insistenti pressioni nella individuazione delle imprese private cui affidare i lavori di manutenzione e riparazione della rete elettrica comunale, in modo specifico affinché fossero affidati principalmente alla ditta "BM Impianti" di Matteo Barraco o alla ditta individuale di Vincenzo Pomara Vincenzo.