Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
22/01/2021 19:00:00

L'Ars contro le scorie in Sicilia. Palmeri: "Unione d'intenti, ma non si abbassi la guardia"

 Approvata dall’Ars la mozione di Attiva Sicilia per opporsi a ogni eventualità che si possa creare un deposito nazionale di rifiuti radioattivi in Sicilia: gli aspetti legati alla sua insularità e sismicità, insieme ad altri, la rendono non idonea a tale ipotesi.

La mozione nasce in seguito alla pubblicazione della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (Cnapi) sul sito Depositonazionale.it che individua sull’Isola quattro aree idonee ricadenti nei comuni di Trapani, Calatafimi-Segesta, Castellana Sicula, Petralia Sottana, Butera. La mozione – spiega Valentina Palmeri, deputata regionale di Attiva Sicilia e prima firmataria – chiede al governo regionale di mettere in campo tutte le azioni necessarie affinché venga posto fermamente l’assoluto divieto ad indicare la Sicilia come sede definitiva per la collocazione del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e del parco tecnologico.

Inoltre, nella mozione si chiede un’interlocuzione con lo Stato per la modifica del decreto legislativo 31/2010, in modo da prevedere che in caso di assenza di manifestazioni d'interesse, la Sogin S.p.A promuova trattative economiche bilaterali solo con le Regioni interessate dalla presenza di siti aventi le migliori caratteristiche e non - com'è attualmente, purtroppo - con tutte le Regioni individuate dal Programma. Il criterio scientifico non può passare in secondo piano rispetto a quello economico, per questo motivo la Sicilia va totalmente esclusa dal programma. Infine, il documento approvato sottolinea la necessità di avere chiarezza e trasparenza sulla gestione degli attuali stoccaggi dei rifiuti radioattivi di bassa e media intensità prodotti da diverse fonti civili e sanitarie: ad esempio risulterebbe che uno di questi depositi temporanei sia allocato presso l’Università di Palermo”.

“Oggi per fortuna – prosegue Palmeri - in Sicilia si registra un’unanime volontà politica di non realizzare il sito sull’Isola, ma è importante che sull’argomento non si abbassi la guardia. Purtroppo, questa ferma opposizione non si è verificata nel 2016. Infatti, la finestra temporale entro la quale era possibile presentare osservazioni sul rapporto preliminare del Programma Nazionale per la gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi si aprì il 26 aprile 2016 e si chiuse il 26 maggio 2016. Presentarono osservazioni nove regioni e tanti altri enti e province in Italia, ma l’Amministrazione regionale, così come Arpa Sicilia, non reputò di presentare osservazioni né di informare il Parlamento regionale”.