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23/01/2021 17:48:00

"Spese pazze" all'Ars. Giulia Adamo: "Nessun interesse personale. Condanna ingiusta"

"Le motivazioni della sentenza di primo grado che riguarda il c. d. processo "spese pazze all'ARS” evidenziano l’assenza di ogni interesse di natura personale da parte mia. Il Tribunale mi ha assolta da alcune imputazioni, procedendo nell’opera di diminuzione delle somme inizialmente contestate circa da € 18.000,00 ad € 11.000,00, così come già avvenuta in altre fasi dal procedimento".

Lo dichiara Giulia Adamo, ex sindaco ed ex deputato regionale, commentando le motivazioni della sentenza sul processo "spese pazze all'Ars", in cui è stata condannata a 3 anni e sei mesi. 

"Tra queste spese oggetto di assoluzione - continua Adamo - c’è la famosa borsa Louis vitton (che in realtà era un portafoglio) donata, allorquando io ero presidente del gruppo PDL Sicilia, alla proprietaria di un Palazzo dalla stessa messo a disposizione per un Convegno politico. Nell’occasione I gruppi parlamentari organizzatori dell’evento, e per essi l’ARS, risparmiarono il maggiore affitto di un locale. Preciso che nessuna borsa Bagagli è stata mai oggetto di contestazione. Semmai risulta un acquisto di non meglio precisata merce presso Bagagli, da me non sostenuto".

"Da me non sostenuti sono anche gli acquisti delle cravatte, acquistate dal vice presidente del gruppo UDC ed inspiegabilmente a me addebitati dal Tribunale, nonostante la chiara dimostrazione del contrario nel corso del processo" aggiunge l'ex deputato regionale ed ex sindaco. "Riguardo le cassette di vini, è emerso nel corso del processo che si è trattato, non di acquisti personali, ma di regali a personalità politiche e non, con cui tutti i componenti del gruppo, non solo la scrivente, si relazionava nell’interesse dell’ARS e del popolo siciliano. Infine, desidero ricordare che io ho lasciato in giacenza sui conti dei gruppi la mia indennità di Presidente(regolarmente e legalmente fruita dagli altri Presidenti), pari a più di € 140.000,00 e che l’ammontare delle spese cui le motivazioni della sentenza fanno riferimento, € 11.000,00 circa, sono di gran lunga inferiori".

"Con tutta evidenza gli acquisti sono stati effettuati con parte minima delle mia indennità lasciata nelle casse dei gruppi, così come emerge dalla relazione della Guardia di Finanza agli atti del processo. La mia difesa è già a lavoro per appellare la sentenza che, per quanto riguarda la condanna, ritengo profondamente ingiusta, auspicandomi che questa spiacevole vicenda si concluda positivamente per come si è conclusa, dopo una condanna di primo grado, per altri presidenti dei gruppi ARS per fatti analoghi e riferiti alla stessa XV^ legislatura" conclude Giulia Adamo.