Sono passati ventinove anni da quel maledetto giorno della strage di Capaci, rimasto nella memoria di tutti. Un bagliore, una esplosione e poi l’immagine scioccante in autostrada dell’enorme cratere
. Il 23 maggio in Via Notarbartolo, come ogni anno, l’appuntamento è davanti all’albero Falcone per non dimenticare… Nonostante le restrizioni imposte dalla pandemia, la gente che continua ad arrivare è numerosa e variegata, dagli studenti delle scuole palermitane alle famiglie.
In alto, sui balconi, svolazzano i lenzuoli bianchi, simbolo della resistenza antimafia di Palermo. “Tutti insieme non dobbiamo mai accontentarci di dire facciamo solo un passo avanti, ma l’obbiettivo è quello di distruggere la criminalità organizzata senza se e senza ma”. Sostiene il presidente della Camera Roberto Fico.
Sulla stessa lunghezza d’onda è il pensiero di don Luigi Ciotti, presidente di Libera, anche lui in via Notarbartolo: “Loro sono morti e noi dobbiamo essere più vivi. Vedo un clima di normalizzazione del paese. Dobbiamo fare di più nella lotta alla mafia”. Sul palco sono presenti anche il sindaco Leoluca Orlando, il prefetto Giuseppe Forlani, il comandante regionale dell’Arma Rosario Castello, il comandante provinciale Arturo Guarino e la soprintendente ai Beni culturali Selima Giuliano, la figlia di Boris e altri… A vivacizzare la folla è un movimento di mascherine blu con il disegno dell’albero di via Notarbartolo, logo della fondazione Falcone, icona del valore “sempreverde” della legalità. Un simbolo di speranza che continuiamo a ritrovare nelle parole pronunciate da Maria Falcone, sorella di Giovanni che, senza nascondere durante il collegamento con “Domenica in” il dolore della ferita che si riaccende in questi giorni, continua a sostenere con determinazione: “Palermo è cambiata, sarà la città non della mafia, ma la città dell’antimafia, la città di Palermo e dei suoi cittadini”. Sotto l’albero contribuiscono alla speranza anche i disegni dei bambini e il cielo azzurro di una domenica calda e assolata che non scoraggia i palermitani a restare in piedi e trattenersi fino al minuto di Silenzio in memoria delle vittime delle stragi. Poi, la folla commossa si scioglie, dopo un lungo applauso che risuona in tutta la città.
Dorotea Rizzo