“Il fatto non sussiste”. Con questa formula, il Tribunale di Marsala, su richiesta dello stesso pm, Giuliana Rana, ha assolto il 47enne marsalese Maurizio De Milito dall’accusa di abusi sessuali in danno di una quattordicenne.
Quest’ultima è figlia adottiva della sua ex compagna. La giovane, che all’epoca dei fatti (dicembre 2014 – aprile 2015) aveva 14/15 anni, si era costituita parte civile con l’assistenza dell’avvocato Iari Cavazza.
De Milito, invece, è stato difeso dall’avvocato Salvatore Errera. “Stante della questione – spiega Errera – pm, difesa e parte civile si sono impegnati in una sottile istruzione che ha fatto emergere contraddizioni rispetto a quanto dichiarato nelle denunce della minore. La stessa ha riferito di rapporti sessuali variegati che non ha confermato in udienza, pur con tutte le osservazioni che le venivano contestate sia dal pm che dalla difesa dell'imputato”.
E’, inoltre, emerso che la giovane ha avuto notevoli contrasti con il personale della "Casa famiglia" dove era ospitata. E che spesso litigava con altri ospiti della struttura, arrivando addirittura a picchiare il personale, fino a lanciare una caffettiera calda in faccia ad una assistente.
Nel processo, è anche emerso che quando gli assistenti sociali le hanno chiesto che cosa era successo con il De Milito, lei sorridendo raccontava la sua verità senza mostrare alcuna sofferenza in volto (“Non ho colto la sofferenza che doveva accompagnare queste parole” ha detto un teste). Contraddizioni, poi, anche nel racconto dei presunti rapporti sessuali. Un altro testimone ha parlato del carattere della ragazza, definendola aggressiva ed oppositiva (“A lei non si poteva dire di no, il no era uno scatto all'ira, spesso ci ha rotto i mobili della comunità, ha aggredito gli altri utenti, gli operatori in modo importante”, “viveva una grande promiscuità nella scelta di chi potere amare a livello sessuale, si innamorava sia dei ragazzi che delle ragazze. Era un caso difficilissimo. Spesso si arrabbiava e alzava le mani, si vantava di storie importantissime ma non andava mai nel dettaglio con chi era stata o con chi”). Tutto ciò è sfociato nella richiesta di assoluzione invocata dal pm Rana. Dopo la lettura della sentenza, l’avvocato Errera ha manifestato “grande compiacimento”, aggiungendo che “leggendo le carte” ha avuto “sin da subito la sensazione che nella narrazione dei fatti c'erano tante incongruenze e circostanze inverosimili”. “Abbiamo approfondito le indagini con l'istruzione dibattimentale – conclude il difensore - e l'assoluzione del De Milito ha restituito allo stesso piena dignità, che in questi anni ha sofferto per qualcosa che ha sempre dichiarato di non aver commesso”.