Superare l’attuale quadro normativo che vede sempre più i comuni dell’Isola in una condizione di prolungata crisi finanziaria.
È questo l’obiettivo per cui si è tenuta, giovedì pomeriggio, un’assemblea straordinaria dei comuni siciliani dell’Anci (Associazione nazionale comuni italiani). La riunione, tenutasi in modalità digitale, è stata indetta, inoltre, per valutare ulteriori azioni di protesta e di proposta, finalizzate a sollecitare il Governo nazionale e regionale sulle molteplici criticità che investono, ormai da parecchi anni, gli Enti locali.
FALLIMENTO DEL FEDERALISMO FISCALE – “Questo incontro nasce – ha detto aprendo i lavori della riunione, Leoluca Orlando, presidente Anci Sicilia – da una serie di ragioni mortificanti che ci hanno toccato: il federalismo fiscale non realizzato, per esempio, ha messo in ginocchio i Comuni; alcune cifre per comprendere la situazione: nel 2010/2011 il ministero degli interni aveva previsto un fondo di 10/11 miliardi di euro, destinati agli enti locali, oggi questo fondo è pari a zero. Sono a disposizione circa 200/250 milioni di euro che, dalle regioni, sono destinate ai comuni. Le riduzioni dei trasferimenti regionali ai comuni – ha aggiunto Orlando – sono dovute pure all’inadeguatezza delle attività messe in campo da Riscossione Sicilia”.
MOLTI COMUNI IN DISSESTO FINANZIARIO – “Un alto numero di Comuni in Italia – ha dichiarato in video conferenza il presidente Anci Sicilia – è in fase di dissesto e pre-dissesto finanziario, situazione che si è aggravata e, nessuno, ne è uscito. Pilato, il neo presidente della Corte dei conti, ha espresso – nei giudizi di parifica dei bilanci della Regione siciliana – la gravità in cui versano i comuni siciliani”.
OLTRE DUE MILA ENTI LOCALI COL BILANCIO RINVIATO – “C’è pure l’impossibilità di approvare i bilanci – ha ricordato il presidente Anci Sicilia – rispettando la scadenza dei termini, non solo a livello siciliano, ma anche nazionale, nonostante il rinvio approvato dal Governo nazionale di proroga al 31 luglio, per quei comuni indebitati – oltre 2mila in Italia – che hanno avuto l’accesso alla rateizzazione dei debiti in 30 anni”.
LE ALTRE PROBLEMATICHE – “Altra anomalia tutta siciliana – a dire di Orlando – è il mancato recepimento dell’incentivo finanziario all’associazionismo tra i Comuni che resta senza risorse; la criticità nella riscossione dei tributi locali; la mancata applicazione in Sicilia dei ‘fabbisogni standard’; i 100 milioni stanziati per i Comuni italiani non prevede alcun fondo per i Comuni siciliani; alcune norme in materia di personale per i distretto sociosanitari, hanno sancito che, laddove hai assistenti sociali, ricevi più risorse, dove non ve ne sono invece, meno fondi avrai; dal governo regionale (legge stabilità 2020) ad oggi non si hanno notizie dell’utilizzo delle risorse per investimenti motivo per cui – ha concluso Orlando – richiediamo un tavolo urgente tra regione ed Enti locali”.
SVILUPPO E LAVORO BLOCCATI SENZA QUOTE FONDO INVESTIMENTI – Le critiche alla Regione Sicilia si moltiplicano e, ad esse, si aggiunge anche il capogruppo del Pd all’Ars, Giuseppe Lupo: “Ancora oggi i Comuni siciliani non hanno ricevuto le quote di riparto per l’anno 2020 del Fondo regionale Investimenti. Una grave inadempienza del governo Musumeci che blocca il rilancio economico e lo sviluppo delle comunità locali che passa attraverso le opere pubbliche e il lavoro”. L’accusa è stata lanciata in un’interpellanza firmata, nei giorni scorsi, da tutti i componenti del gruppo parlamentare all’Ars. “Così – continua il capogruppo Pd – chiediamo di provvedere alle assegnazioni dei trasferimenti regionali per gli investimenti, in favore dei comuni, stanziati con la Finanziaria 2020. Il presidente Musumeci, trascorso oltre un anno dall’approvazione della legge, intervenga con urgenza – conclude Lupo – per sbloccare gli accrediti ai Comuni”.
Alessandro Accardo Palumbo
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