La Procura della Repubblica di Firenze ha interrogato nei giorni scorsi Giovanni Brusca - da poco tempo uscito dal carcere - nell'ambito dell'indagine sulle stragi del 1993 su Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri.
L'indagine verte sull'ipotesi che ci potrebbero essere stati degli incontri tra Berlusconi e Dell'Utri (i quali hanno da sempre negato tale circostanza e che fino ad ora non ha avuto riscontri probatori) con i fratelli Filippo e Giuseppe Graviano.
Nello specifico il pm Tescaroli (titolare del fascicolo) avrebbe chiesto chiarimenti a Brusca in merito alla sua deposizione durante un'udienza del processo 'Ndrangheta Stragista, di cui titolare è il procuratore aggiunto di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo coordinato dal procuratore capo Giovanni Bombardieri.
Durante il processo - già sbarcato in primo grado il 24 luglio 2020 con le condanne all'ergastolo per il boss di Cosa nostra Giuseppe Graviano per il boss di 'Ndrangheta Rocco Santo Filippone - nel 2019 è stato sentito come testimone l'ex killer di Capaci, il quale ha riferito di sapere "per certo che il contatto c'è stato perché nel 1995 me lo disse Matteo Messina Denaro - ha detto Brusca - Stavamo parlando di orologi quando ad un certo punto mi disse che Graviano ne aveva visto uno dal valore di cinquecento milioni al polso di Berlusconi. Quando è avvenuto questo incontro però non lo so dire".
Il suo racconto è dunque un ‘de relato de relato’ e il collaboratore di giustizia ancora prima di raccontarlo davanti ai magistrati reggini lo aveva riferito anche alle procure di Roma e Palermo. Nella Capitale Brusca ha fatto riferimento all'episodio dell'orologio nel febbraio del 2019, quando è stato interrogato dalla Corte di Caltanissetta (al tempo trasferita a Roma) per sentire i collaboratori di giustizia nell'ambito del processo sul depistaggio delle indagini sulla strage del 1992 in via D’Amelio; e prima ancora a Palermo quando lo ha riferito al procuratore capo Francesco Lo Voi e all’aggiunto Marzia Sabella in un verbale del 16 ottobre 2018. Quel verbale è stato poi rivelato dal Fatto il 16 dicembre dello stesso anno. Nel 2018 inoltre Niccolò Ghedini, legale dell'ex cavaliere, ha dichiarato dopo la pubblicazione di questa notizia che: “Ancora una volta il Fatto Quotidiano su una notizia irrilevante e palesemente infondata costruisce addirittura la prima pagina e vari articoli, tutti chiaramente diffamatori, senza dar conto che tutte le numerosissime risultanze processuali e le plurime archiviazioni a favore del Presidente Berlusconi hanno dato evidenza della assoluta inconsistenza di qualsiasi ipotesi consimile”.
Berlusconi e Dell’Utri sono già stati indagati in passato per le stragi e poi anche successivamente archiviati negli anni Novanta e Duemila. La nuova riapertura del fascicolo del 2017 da parte della Procura di Firenze si è resa necessaria in seguito alle intercettazioni in carcere del boss Giuseppe Graviano in cui faceva riferimento ad una "cortesia" che gli sarebbe stata chiesta.