I sette saggi. O anche sette sapienti o Savî. Il primo elenco dei "sette saggi" nella letteratura antica sono quelli di Platone nel Protagora, che annovera come tali Talete di Mileto, Pittaco di Minene, Biante di Priene, Solone d'Atene, Cleobulo di Lindo, Misone Cheneo e Chilone di Lacedemone.
E molti elenchi attestati nella letteratura posteriore divergono spesso da quello menzionato, soprattutto in quanto il nome di Misone manca ed è variamente sostituito, mentre gli altri sei nomi restano per lo più immuati. Nei molti apoftegmi esistenti sul gruppo uno esortava al rìconoscimento della propria misura mortale e alla conseguente modestia e moderazione, e che poi, interpretato da Socrate nel senso dell'avvertimento filosofico della propria ignoranza, si trasformò, attraverso Platone, nell'invito alla considerazione speculativa, onde l'animo rifletteva su sé medesimo.
Era infatti naturale che il patrimonio teorico della più antica saggezza greca, impersonato nelle figure semileggendarie dei "sette saggi", fosse poi variamente interpretato a seconda degl'interessi mentali delle diverse età, cinici, scettici, e anche cristiani, videro in essi i loro precursori e nelle figure il lato della contemplazione teorica, quello dell'attività pratica fu variamente messo in luce, a seconda che l'ideale della vita contemplativa o quello della vita attiva ebbe prevalenza nel posteriore pensiero filosofico o dossografico. Un attento fruitore della semantica in special modo quella frasale, Beppe Grillo dopo quelli dell'uno vale uno e dell'abolizione della povertà,in questi giorni travagliati della sua "creatura", è tornato ad utilizzarla appunto per la composizione del complesso dei savi pentastellati.
L'intento dovrebbe essere consigliare i due contendenti del movimento, Conte e Grillo. Sono Vito Crimi, Crippa Licheri e la Beghin- capogruppi in parlamento nazionale ed europeo-, Patuanelli, Di Maio e R. Fico. Se riusciranno a persuadere l'istrionico genovese ed il flemmatico avvocato del popolo lo si saprà a breve.
Anche a Capo Lilibeo abbiamo la comitiva che comprende i sette assessori della giunta sindacale, P. Ruggieri, M. Gandolfo, A. Galfano, O. Alagna, A. Coppola, M. Milazzo, G. D'Alessandro.
Certamente il primo cittadino è stato savio nella distribuzione del potere politico-amministrativo. Finanche il cittadino più distratto conosce la nove liste civiche e partiti che hanno occupato democraticamente le due principali istituzioni della città. A sette sono andati gli assessorati, a Forza Italia la presidenza del consiglio comunale, a Liberi la carica di sindaco. Gli assessori dovrebbero essere i sette sapienti. Il saggio con la delega ai rifiuti M.Milazzo, probabilmente dovrà avere capacità divinatorie sul tema anche per solidarietà al sindaco, il quale ha detto alla cittadinanza non "abbiate paura".
Forse in materia è il caso di prendere in seria considerazione la gestione in "house", avrebbe sicuramente un vantaggio sapremmo di chi è la responsabilità,gli altri: determinati appettiti non sarebbero soddisfatti, tutela dei lavoratori . L'amministrazione in carica deciderebbe in piena autonomia il servizio, senza mai dimenticare che la differenza maggiore è il nostro senso civico.
Sapiènte lo è la d.ssa A. Coppola ma per donare cultura, che inizialmente ha dei costi ma se esplicitata con competenza e con un attenzione a tutti i "gusti" ha un ritorno economico, viste le risorse nel bilancio previsionale 2021 dovrà esercitare l'illusionismo, che trattasi sempre di arte. A. Galfano, M. Gandolfo e O.Alagna sono savi nel comprendere l'Eolo della politica. P.Ruggieri dopo l'assessore della provincia e il tentato salto alla deputazione regionale del 2012 nella lista Musumeci presidente il più votato fu Paolo Ruggirello e in Diventerà Bellissima -ma quando?- nel 2017, sapientemente è tornato a più miti ambizioni. Si spera sia Savîo in ragione delle precedenti cariche nella P.A., G. D'Alessandro. Che la "saggezza" sia al servizio della comunità, altrimenti aveva ragione Nietzsche quando affermò in "Così parlò Zarathustra": " meglio essere un folle di propria iniziativa, che un saggio secondo il parere di un altro".
Vittorio Alfieri