Due anni di reclusione sono stati inflitti dal giudice monocratico Massimiliano Alagna a due marsalesi, marito e moglie, per appropriazione indebita. Avrebbero convinto un’anziana cui facevano da badanti ad aprire un conto corrente cointestato, con un deposito iniziale di 10 mila euro.
Poi, la badante effettuò un bonifico in favore di un’altra persona con la causale “pagamento acquisto casa”. Per convincere l’anziana (R.C., classe 1940), le avrebbero somministrato anche degli psicofarmaci.
Con queste accuse sono stati condannati Salvatore Ferro, di 65 anni, e Caterina Valenti, di 60. Per quest’ultima la pena è sospesa. La coppia è stata condannata anche al pagamento delle spese processuali, nonché al risarcimento danni, con quantificazione davanti al giudice civile, ma con una “provvisionale” immediatamente esecutiva di due mila euro. L’anziana, parte civile, è stata assistita dall’avvocato Duilio Piccione. Ferro e Valenti, invece, sono stati difesi dagli avvocati Alessandro Laudicina e Caterina Valenti. Nel capo d’accusa, si legge che i due coniugi avrebbero agito “in concorso tra loro” rendendo R.C. “meno lucida” con la somministrazione degli psicofarmaci. Il conto corrente fu cointestato alla Valenti e vi fu versato un assegno di 10 mila euro emesso l’11 ottobre 2013 dal conto postale dell’anziana. Poi, la Valenti avrebbe effettuato il bonifico (si suppone una rata) per l’acquisto di una casa. Contestata anche l’aggravante di aver commesso il fatto “con abuso di coabitazione e di ospitalità e di aver approfittato di circostanze di tempo, di luogo e di persona tali da ostacolare la pubblica o privata difesa”. Anche in riferimento all’età e alle patologie dell’anziana assistita. La coppia è stata, comunque, assolta “perché il fatto non sussiste” da altri quattro capi d’imputazione. E cioè dalle accuse di aver più volte prelevato denaro utilizzando la carta postamat di R.C. approfittando del fatto di aver conosciuto il pin per un precedente prelevamento autorizzato dall’anziana, di averla truffata, minacciata e di averle sottratto biancheria nel periodo in cui era ricoverata in ospedale.