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08/07/2021 06:00:00

Ospedale di Marsala. Torna Urologia, ma gli altri reparti restano smembrati

E’ scontro sull’ospedale di Marsala, che resta smembrato e a mezzo servizio, nonostante i ricoveri per Covid siano davvero pochi. Meno di dieci persone sono ricoverate nel Covid Hospital di Marsala, e solo una in terapia intensiva. Nonostante questo gli altri reparti sono chiusi o depotenziati e in forte carenza di organico


L’unico a prendere posizione a Marsala sul non smembramento del nosocomio è Enzo Sturiano, presidente del consiglio comunale, che sta monitorando ogni giorno la situazione. Non pervenuti i deputati regionali eletti in questa provincia, né di maggioranza né di opposizione.
L’unica nota positiva è quella del reparto di urologia che da venerdì dovrebbe essere trasferito a Marsala insieme al suo primario Cardarera.

Il vero nodo è rappresentato dal reparto di Cardiologia, il primario Gaspare Rubino non riesce più a coprire i turni avendo appena cinque medici in forza e altri tre distribuiti su Mazara e Castelvetrano, il cui rientro non è ancora previsto.
Pare che Gioacchino Oddo, direttore sanitario dell’ASP, sia propenso (e lo avrebbe già comunicato al primario informalmente) alla chiusura di Cardiologia sia a Marsala che a Mazara per potenziarla a Trapani.

E’ una operazione politica questa, ovvia pure ad un bambino, che mira a depotenziare ancora una volta il nosocomio di Marsala in favore di quello di Trapani, così come tardano ad arrivare i due medici strutturati al Pronto Soccorso, lasciando di fatto scoperto un intero territorio e un Pronto Soccorso sempre sotto organico, non solo di medici ma anche di infermieri.

L’impegno profuso dal dottore Rubino in questi anni è stato di grande importanza per tutta la collettività. Il primario non chiede dei medici in più ma che rientrino i suoi, nel reparto che da sempre ha salvato la vita a tanti cittadini.
Altro problema è legato alla Rianimazione “pulita”, quella non Covid, prevista soprattutto quando si effettuano gli interventi di chirurgia più complessa, al momento infatti in assenza del reparto gli interventi non vengono effettuati.

E’ chiaro a molti che i giochi fatti finora andrebbero nella direzione del depotenziamento del “Paolo Borsellino”, come a renderlo una succursale malmessa di altri ospedali, limitrofi. Il tutto camuffato da una “riorganizzazione del sistema sanità provinciale”. Lo abbiamo sentito ripetere a pappagallo sia al sindaco Massimo Grillo che ai deputati regionali. Si sta consumando l’ennesima vergogna ai danni di una popolazione che aveva un ospedale funzionante. Non è stato il Covid-19, non solo, la politica incapace, protesa unicamente alle elezioni regionali prossime, ha fatto tutto il resto.