«Il governo regionale in tre anni ha speso circa 200 milioni di euro in oltre 220 interventi di riqualificazione. Con Terna e Enel sono stati sottoscritti investimenti per 550 milioni. Siamo intervenuti con 285 milioni su strade che, ricordo, sono di competenza delle ex Province. Ma, in assenza di interventi, la Regione non può certo stare a guardare. Dico questo, apprezzando il vostro bellissimo progetto, perché la scommessa che la buona politica deve giocare è rendere attraenti i borghi non solo per i visitatori ma per chi, in questi piccoli centri, vuole vivere tutto l’anno. Noi stiamo lavorando perché i borghi possano essere attrattivi anche e soprattutto per quei siciliani che hanno lasciano la nostra Isola ma che oggi vorrebbero tornare qui». Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, in occasione della presentazione dei "Borghi dei Tesori Fest" nell'ex Chiesa di Santa Maria dello Spasimo di Palermo. La manifestazione, organizzata dalla Fondazione Le Vie dei tesori, in programma nei due fine settimana 28 e 29 agosto e 4 e 5 settembre, prevede visite, tour ed esperienze speciali in una sessantina di borghi siciliani che apriranno al pubblico i “gioielli di famiglia”: conosciuti e non, di montagna e sul mare, arroccati sotto i castelli o dimenticati in un campo di grano, colmi di tesori d’arte o morbidamente green, pronti a mostrarsi, a scoprirsi, punteggiati come sono di castelli e conventi, chiese preziose e botteghe artigiane, palazzi nobiliari e neviere dimenticate, osservatori astronomici, miniere e laboratori.
«Approfittare del turismo perché possa diventare uno dei motori trainanti della nostra economia è il nostro obiettivo - ha aggiunto il presidente Musumeci - Per questo dobbiamo fare rete, dire basta all’individualismo e programmare, fissare obiettivi, tempi e risorse. È l’abc della buona politica. Questa iniziativa parte con uno zaino pieno di futuro. Lavoreremo insieme – ha concluso il governatore - affinché i borghi non restino nella solitudine affollata da inerzia che purtroppo vivono molti sindaci siciliani per i quali è impossibile persino avvalersi di adeguate risorse umane e professionali per realizzare i progetti. La Regione è al loro fianco».
Alla presentazione erano presenti tra gli altri, l’assessore ai Beni culturali e all’identità siciliana, Alberto Samonà, l'assessore alle Culture del Comune di Palermo Mario Zito, il presidente dell'associazione Borghi dei tesori Federico Maria Butera, la presidente de Le Vie dei Tesori Laura Anello e il cantautore siciliano Mario Incudine.
«I borghi sono il cuore della nostra storia e della nostra tradizione – ha evidenziato l'assessore Samonà - rappresentano il luogo dell'identità per eccellenza in tutta l’Italia. È da qui che dobbiamo ripartire se vogliamo costruire un futuro che rivitalizzi i territori della Sicilia, creando le migliori condizioni per rilanciare le economie locali. Il fascino di luoghi unici, di borghi medievali ancora poco conosciuti, è ciò che ha spinto alcuni paesi siciliani ad aggiudicarsi negli ultimi anni importanti riconoscimenti. Grazie a iniziative come quella della Fondazione Le Vie dei Tesori, ma anche a progetti come “I cantieri dell’Identità”, lanciato già la scorsa estate dall’assessorato dei Beni culturali, possiamo dire che il futuro è già presente».
Riparte l'esportazione dei bovini siciliani
Gli allevatori siciliani potranno nuovamente esportare bovini verso il Nord o in altri territori extraregionali.
Si chiude, grazie ad un intervento dell’assessorato della Salute, una annosa vicenda legata alla brucellosi che, a causa di una normativa europea particolarmente penalizzante, vietava la movimentazione di capi fuori dai confini siciliani. La questione è stata affrontata direttamente dall’assessore Ruggero Razza che ha chiesto un intervento rapido e risolutivo del ministero della Salute sulla stessa Unione Europea la quale – proprio oggi – ha fatto sapere che è "opzionale" la provenienza dei bovini da zone indenni da brucellosi, pur rimanendo preferenziale in quanto di maggior garanzia.
Il caso risale all’entrata in vigore dei regolamenti comunitari sulla Sanità animale, quando sono stati vietati gli spostamenti animali dalle aree non indenni da brucellosi verso le cosiddette regioni indenni. In particolare, gli allevatori siciliani (con particolare riferimento a quelli delle province di Ragusa, di Catania, Enna, Messina, Palermo e Agrigento), in grado di produrre 30.000 vitelli all'anno, si sono visti negare la possibilità di vendere i propri capi agli allevamenti da ingrasso di Toscana, Veneto, Piemonte ed Emilia-Romagna.
«Abbiamo fatto notare come il Regolamento comunitario che vietava ai nostri bovini di varcare i confini delle altre regioni, nonostante le garanzie sanitarie, presentasse punti poco chiari che confliggevano con altri aspetti della norma. E’ stata una corsa contro il tempo che ci ha permesso di riprenderci una fetta di quel mercato che predilige le nostre produzioni», ha spiegato Ruggero Razza.
Secondo l’assessore regionale alla Salute «è necessario continuare a lavorare per sconfiggere definitivamente la brucellosi in Sicilia, coinvolgendo sinergicamente produttori, servizi veterinari, i tecnici dell'assessorato del Ministero della Salute, dell'Istituto Zooprofilattico e del Centro nazionale di referenza». Nel 2020, rispetto a 234 focolai accertati in Sicilia, 222 erano ricollegabili all'area nebroidea. Nel 2021sono 122 i focolai accertati di cui 113 nella stessa area.
Legge contro povertà, Scavone: «Misure necessarie per combattere l’esclusione sociale degli emarginati»
«La legge approvata dall’Ars, per il coordinamento degli interventi contro la povertà e l’esclusione sociale, rappresenta un segnale importante per affrontare ed alleviare una condizione di estremo disagio vissuta oggi in Sicilia da un numero significativo di persone costrette ad una vita ai limiti dell’indigenza». Lo dichiara l'assessore regionale alle Politiche sociali, Antonio Scavone. «Una legge "contro la povertà", appunto, in favore degli ultimi e degli emarginati, che destina 15 milioni di euro per ridare dignità a migliaia di cittadini esposti, a causa anche della crisi socio economica scaturita dalla pandemia che ha compromesso il già delicato tessuto economico e sociale della nostra regione , a condizioni di assoluta indigenza».
«Sull'attuazione della norma e delle competenze che la stessa trasferisce all'assessorato alla Famiglia posso assicurare che determineremo in tempi rapidissimi i criteri per l’attribuzione dei benefici finanziari - aggiunge Scavone - , oltre a chiedere alle Ipab, così come disposto dalla legge, di censire gli immobili non utilizzati per gli scopi sociali da mettere a disposizione gratuitamente degli enti locali siciliani al fine di promuovere azioni di sostegno per il ricovero degli indigenti e dei soggetti in condizione di marginalità sociale estrema».
Le risorse appostate con la legge approvata ieri, si aggiungono a quelle dei piani povertà con cui la Regione annualmente detta le disposizioni ai distretti socio sanitari per combattere l'esclusione sociale.
«Solo ad aprile scorso il governo Musumeci ha deciso di destinare, attraverso i distretti socio sanitari dell'Isola, 17 milioni del fondo povertà per venire incontro alle esigenze primarie dei senza fissa dimora e dei nuovi poveri – continua - . Risorse che serviranno sia per la gestione di servizi rivolti alla grave marginalità adulta che per la lotta all'esclusione sociale garantendo il mantenimento dei servizi di base ed essenziali alle persone senza fissa dimora in atto gestiti in forma diretta dai servizi sociali dei comuni o da enti del volontariato. Il 50 per cento di questi 17 milioni sono infatti destinati proprio agli enti del volontariato che operano nel territorio regionale e che si sono distinti in azioni per l'accoglienza delle persone più fragili e senza fissa dimora – e conclude . Mi riferisco, per citarne alcuni, all'associazione Speranza e Carità di Biagio Conte a Palermo, alla Caritas, all'associazione Banco Alimentare o alla comunità di Sant'Egidio a Catania, ma anche a tutte le altre associazioni, e sono tante, che in questo anno di pandemia sono state spesso accanto agli emarginati e ai cosiddetti "nuovi poveri". Gli enti del volontariato hanno dato un grande supporto in questo periodo di grave emergenza sociale ed è anche a loro che concretamente si rivolge la legge approvata ieri».