Si discute ancora molto a Marsala sul caso di Assud. Si tratta del ristorante che si trova all'imbarcadero storico di Mozia, che è stato chiuso perché non aveva alcuna autorizzazione ad esercitare la sua attività, dato che ricade all'interno della Riserva dello Stagnone, come abbiamo spiegato martedì su Tp24, dopo aver consultato le fonti pubbliche e aperte sulla vicenda. Si può essere ambientalisti a corrente alternata, certo, ma le carte sembrano chiare.
E mentre sui social il tifo prevale sul ragionamento (stiamo parlando di un ristorante chiuso perché ne è stata accertata l'illecità) dalla Regione arriva la conferma di quanto scritto da Tp24. Ovvero, che proprio la Regione non centra nulla nella vicenda. L'Assessorato Territorio e Ambiente è stato chiamato in causa dal deputato regionale Claudio Fava, vicino a Ignazio Passalacqua, ex consigliere provinciale e titolare della società, che in una dichiarazione sosteneva che la chiusura fosse determinata da un mancato parere degli uffici regionali. Non è così. L’assessore regionale Toto Cordaro spiega di non avere “alcuna competenza né responsabilità nella vicenda”.
Ed è vero. “La competenza esclusiva – sottolinea Cordaro – è del Comune di Marsala che da tempo deve provvedere alla predisposizione del piano di utilizzo della riserva per la pianificazione delle attività e degli usi compatibili. E’ il Comune l’interlocutore dell’azienda, che ricade nella zona B della Riserva. Al Dipartimento Ambiente dell’assessorato, scaduti già i termini per la predisposizione del Piano, è stato semplicemente chiesto un parere. Ma, come è noto a tutti, l’interpretazione normativa non rientra tra i nostri compiti. E’ sempre il Comune che, nonostante agisca e interpreti correttamente il regolamento dal 1986, dopo aver richiesto il 16 giugno scorso il parere, e prima che scadessero i 30 giorni procedimentali previsti, ha ritenuto di non concedere l’autorizzazione”.
La Regione poi questo famoso parere lo ha inviato. Il parere riguarda, infatti, “l’interpretazione autentica degli articoli 3 e 4 del regolamento recante modalità d’uso ed i divieti nella Riserva Naturale Orientata Isole dello Stagnone di Marsala” ed evidenzia che il Comune di Marsala è inadempiente dal 1988 rispetto alla predisposizione di un piano di utilizzazione per la zona B o di preriserva al fine di consentire tutte quelle attività di fruizione in accordo con gli obiettivi istituivi della riserva.
Sempre l’assessorato specifica che dall’approvazione del Regolamento ad oggi numerose sono state le richieste di avvio di attività commerciali, per le quali il Comune ha autorizzato nelle proprie competenze o ha subordinato la richiesta di parere all’ente gestore della Riserva Naturale Orientata (Libero Consorzio Comunale di Trapani), che ha interpretato la norma in modo costante, ovvero ritenendo compatibili tutte quelle attività commerciali ricadenti in zona B che non arrechino disturbo agli ecosistemi tutelati dalla Riserva. L’assessorato conclude ribadendo la competenza del Libero Consorzio Comunale di Trapani sull’applicazione del Regolamento.
"Siamo stati trattati come dei criminali" dicono i proprietari. Ma è proprio così? Ancora una volta, proviamo a fare un breve riepilogo della vicenda: la società che gestisce il ristorante, Edonè Sas, ha avuto nel 2016 l'autorizzazione per l'attività, (tra l'altro, si scopre adesso, per "ristoro veicolare" ...) nonostante l'edificio sia all'interno della Riserva Naturale Orientata "Isole dello Stagnone", in zona B. Il Regolamento della Riserva prevede che sian consentite solo attività agricole e zootecniche. Il tribunale amministrativo, pertanto, ha accertato la violazione, con una sentenza. Prima, nello stesso edificio, c'era un altro ristorante, Eubes, e la nuova società si ritiene in continuità con il vecchio gestore, ma così non è per la giustizia amministrativa (quel ristorante era chiuso da tempo, e non era stata fatta nessuna voltura). Quindi, il Comune, con un'ordinanza, già il 13 Ottobre, ha disposto la chiusura del locale. Dal ristorante, a Maggio, come se nulla fosse, hanno chiesto una nuova autorizzazione, ma è stata negata, perchè, lo ripetiamo, non si può aprire un ristorante in una zona di riserva. Quindi il problema non è che i vigili, nel loro "blitz" dell'11 Luglio hanno chiuso il ristorante, il problema è che quel ristorante non avrebbe mai potuto iniziare la sua attività perché non aveva nessuna autorizzazione.
Come finirà? La strada è quella del ricorso, oppure si può cambiare il regolamento dello Stagnone, oppure, per le vie brevi, accadrà che l'ex Provincia, ente gestore della Riserva, deciderà che l'attività è "utiile" all'ecostistema dello Stagnone, o almeno "non dannosa", dando un parere favorevole. Il Comune di Marsala può ben poco, se non garantire, nella zona della Riserva, parità di condizioni e rispetto delle regole per tutti, al di là delle simpatie, degli orientamenti politici, e dei like ...
Vanno aggiunte altre due notizie, passate in secondo piano. Il Sindaco Massimo Grillo è intervenuto sulla questione, con una dichiarazione in cui dice due cose importanti. La prima è che la società che gestisce la struttura, a Giugno, , "ha inoltrato SCIA Amministrativa e Sanitaria per l’esercizio dell’attività di ristorazione dichiarando che l’immobile di Assud non ricade in zona tutelata". Insomma, è stato dichiarato il falso.
L'altro aspetto riguarda la delibera con la quale, a fine 2020, il Sindaco Grillo, insediato da neanche due mesi, ha fatto approvare una delibera di Giunta con la quale ha cancellato, pensate, lo Stagnone di Marsala dalle "zone di tutela" del Comune istituite dall'ex Sindaco Carini nel 2010. In tanti si sono chiesti il senso di quel provvedimento. E' lo stesso Sindaco, adesso, sei mesi dopo, a dichiarare che si tratta di un provvedimento che sembra quasi "ad personam", proprio per rimuovere uno degli ostacoli per la riapertura di Assud: "Come ben sanno anche i titolari dell’attività che è stata chiusa, - dice infatti il Sindaco Massimo Grillo - lo scorso dicembre 2020, abbiamo adottato una delibera di giunta concepita proprio per venire incontro a tutte le nuove attività che intendono operare nell'Area sottoposta a tutela. Per i titolari degli esercizi è sufficiente seguire correttamente la procedura per ottenere l’autorizzazione”.