Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
15/07/2021 07:40:00

I festeggiamenti a Marsala dopo l'Europeo e quei simboli fascisti 

 Lunedí 12 luglio 2021, all'una di notte post-vittoria ai tiri di rigore di una finale europea fra Italia e Inghilterra stupenda ed emozionante come non se ne vedevano dal 2006, sono sceso in piazza Inam a festeggiare, sia per non strozzare la vibra dell'entusiasmo rimanendo fra le mura di casa sia per vivere l'ebbrezza della festa nazional-popolare.

Nazional-popolare, non nazional-fascista.

Una babele di automobili, clacson e cori e bandiere che sventolavano colorando a sprazzi via Crispi fino all'orgia di tricolori in piazza Inam, un camion dietro una caricatura della coppa appena vinta fa partire il vero inno degli Italiani ovverosia la canzone "L'Italiano" di Toto Cutugno a risuonare lungo tutta la piazza e su verso il cielo, chissà se fino all'orecchio di un inglese che sportivamente rosicherà per almeno tre giorni.

Un ragazzo suonava un improbabile corno di plastica giallo, uno scrauso vuvuzela, il cui soffio sgonfiato ricordava piú quello del suono che nei cinema denota il fallimento, oppure quello che suona Stewie Griffin con il trombone in un meme old-but-gold. Ho riso parecchio per la gioia di vedere Marsala cosí brulicante di vita e di ragazzi come me scendere a godere tutti insieme in un raro e autentico atto di vivida condivisione. È questo il senso autentico della parola Condividere, ricordiamolo quando ci troveremo di fronte a un post su IG o FB. Niente di organizzato, solo festa, piacere e ricordi indimenticabili che conserveremo nei nostri cuori e porteremo con noi nell'aldilà. L'Italia non vinceva un un torneo internazionale da quindici anni! E un Europeo addirittura da cinquantatré! Quando ci ricapita?! Via, scendiamo e lasciamoci prendere dalle vibrazioni.

Ed è per questo che ho voluto condividere con voi questa mia lettera.

Le alte sensazioni dell'autentica gioia collettiva non verranno mai insozzate da quell'unica bandiera che il tricolore lo mostrava rovesciato e al cui centro campeggiava l'infame aquila nera della cosiddetta Repubblica Sociale Italiana, quello stato fantoccio controllato dal regime nazista che il fu Benito Mussolini instaurò nel Nord Italia quale ennesimo schiaffo alla dignità umana.

Quella bandiera significa Italia separata in due, fucilazioni giornaliere di anti-fascisti, collaborazionismo con i nazisti, insomma barbarie.

La visione di quel simbolo, cosí simile eppure diametralmente opposto al vero tricolore italiano, quello della Repubblica fondata sui valori della Resistenza, valori che possiamo riassumere in DEMOCRAZIA, LIBERTÀ INDIVIDUALE, LIBERTÀ DI ESPRESSIONE, LIBERTÀ DI STAMPA, LIBERTÀ DI ASSOCIAZIONE, LIBERTÀ DI DISSENSO, GIUSTIZIA SOCIALE ED ECONOMICA, che vengono abbracciate in un libro intitolato Costituzione Italiana, il quale esiste in virtú dell'uccisione di Mussolini e quindi della morte politica del Partito Nazionale Fascista che rubò 22 anni di vita a ragazzi come noi, esattamente 100 anni fa.

Anche i ragazzi del 1921, al pari di noi del 2021, vivevano in uno Stato liberale, con le dovute distinzioni, all'incirca come noi oggi viviamo una Democrazia sociale che in troppi danno per scontata. Ma nel 1922 la violenza fascista distrusse i sogni di una generazione a vantaggio di pochi esaltati fascisti. Una violenza materiale che dopo 100 anni si perpetua, simbolica, nell'immagine di quell'aquila al centro di un tricolore invertito che, indisturbata, sventolava di fronte alla stessa polizia marsalese che da almeno 10 anni lascia agire, indisturbato, quell'unico uomo che disegna svastiche naziste, fasci littorî e croci celtiche neofasciste, forse lo stesso che sventolava la bandiera fascista, di cui non posso azzardare l'identità perché rischierei delle ritorsioni; dico solo che sicuramente non è quell'altro che scrisse "Io sostengo il DDL Zan" e "Salvini sciacallo" e un'altra descrizione accurata della presidente del partito erede diretto del Partito Nazionale Fascista ossia Fratelli d'Italia, perché lui fu immediatamente denunciato e le scritte rimosse!

Miei cari concittadini, siamo passati da spray neofascisti sul muro a partiti post-fascisti al consiglio comunale, fino alle bandiere fasciste in piena piazza fra l'indifferenza-ignoranza-accettazione generale.

Il punto forte del fascismo è che ti fotte ogni libertà sfruttando la tua ignoranza.

Caro sindaco, cari consiglieri, volete ignorare o addirittura giustificare anche questa manifestazione di fascismo? 

Mi si dirà che è solo un caso isolato, che non devo preoccuparmi, che la rana sta bollendo a fuoco lentissimo, quasi spento. Ma i casi isolati sono decine, le rane in pentola siamo noi e io comincio a sentire caldo.

L'anno scorso dei bravi marsalesi hanno linciato un africano; a Le Iene fummo smerdati davanti a milioni di telespettatori perché il buttafuori razzista dell'Antico Mercato non faceva entrare i neri (non fu nemmeno licenziato); sempre all'Antico Mercato, a ottobre del 2018, furono pestate le due ragazze lesbiche la cui panchina dipinta in risposta dal Comune (peraltro già in prima istanza ripulendo il ricordo da ogni riferimento all'omofobia, ripiegando sulla piú generica e piú condannata violenza contro le donne), fu riconvertita in una piú popolare targa in ricordo del femminicidio della innocente Nicoletta Indelicato, sfruttando cosí una tragedia avvenuta in un altro contesto per far dimenticare la violenza lesbofobica che si verificò a due metri da quella panchina. La scorsa primavera, mentre io tenevo una bandiera della pace a un incontro in piazza Partigiane Marsalesi sul conflitto israelo-hamassiano, un giovane uomo, amico dello sventolatore e dello svasticatore, ci urlò dall'auto "Rossi/froci di merda, viva il Duce ...".

Quanti altri casi isolati di violenza fascistoide, materiale e simbolica, dovete ignorare e minimizzare?

Quando ci sveglieremo, in questa sonnecchiante cittadina di provincia?

Onorevole Dottor Sindaco Massimo Grillo e tutti i consiglieri: condannate seduta stante lo sventolío della bandiera dell'RSI, fate sgamare dalla polizia quell'unico sprayer che finora impunito ha tappezzato Marsala di svastiche e croci celtiche, fatele ripulire, che abbrutiscono il centro storico come blatte, e fatele sostituire con delle piú giuste e belle opere di street art.

Miei cari concittadini e partiti politici marsalesi che rifiutano e combattono il fascismo: fatevi sentire! Parlatene! Agite! I like su Facebook non servono a nulla!!!

Non sopporto piú questa situazione.

La gioia della vita veramente libera è possibile solo in democrazia. Ieri sera ho assistito a un fatto inquietante. Quando vinceremo il Mondiale l'anno prossimo non voglio vedere nazisti/fascisti sfilare sereni nel centro della MIA città, men che meno sentire l'assordante silenzio o peggio ancora la devastante minimizzazione operata dal post-fascista di turno, e meno che mai vedere che cento marsalesi intorno a quella maledetta bandiera la lascino sventolare, illudendosi di far esercitare la libertà individuale quando invero se la stanno togliendo da soli.

Dalla violenza simbolica a quella fisica è un attimo.

Occhio, Marsala.

SVEGLIATI!!!