Un meccanico marsalese, il 38enne Antonino Ampola, è stato condannato a sette anni e un mese di carcere al termine di un processo che in Tribunale lo ha visto imputato per ricettazione e riciclaggio di pezzi di auto rubate e furto di energia elettrica.
La pena è stata più severa di quella invocata dal pm Giuliana Rana, la cui richiesta era stata 5 anni di reclusione.
A fine maggio 2019, il meccanico, difeso dall’avvocato Luigi Pipitone, fu posto agli arresti domiciliari dai carabinieri. I fatti contestati sono, però, della primavera 2018. Il 7 aprile di quell’anno, infatti, i militari dell’Arma, nel corso di una perquisizione effettuata nell’abitazione e nel magazzino in uso ad Ampola, trovarono diverse auto, la maggior parte delle quali risultate rubate nelle province di Trapani e Palermo.
I mezzi, spiegarono gli inquirenti, “apparivano per la maggior parte smontati, privi di targa o con il numero di telaio abraso, al chiaro fine di volerne occultare la provenienza furtiva”. Ciò, sempre secondo l’accusa, probabilmente con l’intento di creare un’attività illecita di vendita di pezzi di ricambio. Durante la perquisizione, inoltre, i carabinieri si accorsero che nel magazzino c’era un allaccio abusivo alla rete elettrica. Il valore della corrente rubata è stato stimato in circa 7 mila euro.