“Sto male, da giorni ho la febbre, ho i linfonodi ingrossati, ma non ho ricevuto cure mediche adeguate. Non voglio morire in carcere”.
E’ quanto ha detto in lacrime, in video-conferenza dal carcere napoletano di Poggioreale, il 61enne presunto mafioso campobellese Vito Bono, uno dei 13 imputati del processo, in corso davanti il Tribunale di Marsala, scaturito dall’operazione antimafia “Annozero” (blitz del 19 aprile 2018) che ha visto coinvolti presunti mafiosi e fiancheggiatori di Cosa Nostra nel Belicino. Qualche tempo addietro, Bono aveva anche contratto il Covid, ma poi era guarito. Adesso, le sue condizioni di salute si sarebbero nuovamente aggravate.
L’indagine “Annozero”, coordinata dalla Dda di Palermo, è stata condotta dai carabinieri. Alla sbarra degli imputati sono Gaspare Como, uno dei cognati del boss latitante Matteo Messina Denaro, al quale si contesta un ruolo di vertice, Vittorio Signorello, Giuseppe Tommaso Crispino, Calogero Giambalvo, Carlo Lanzetta, Nicola Scaminaci e Carlo Cattaneo, quest’ultimo operante del settore delle sale giochi e scommesse on line, tutti di Castelvetrano, Dario Messina, nuovo presunto “reggente” del mandamento di Mazara, Giovanni Mattarella, genero del defunto boss Vito Gondola, Bruno Giacalone, ritenuti appartenenti alla stessa famiglia mafiosa, Vito Bono, Giuseppe Accardo e Maria Letizia Asaro, di Campobello di Mazara.
Per Marco Buffa, di Petrosino, a seguito di nuove contestazioni della Dda, l’avvocato difensore Luisa Calamia ha recentemente chiesto e ottenuto il rito abbreviato. Quindi, la sua posizione è stata stralciata. Nell’ultima udienza, intanto, hanno chiesto di rendere dichiarazioni spontanee anche Dario Messina e Vittorio Signorello.
E in difesa di quest’ultimo sono intervenuti in aula due testimoni citati dall’avvocato Luisa Calamia. Entrambi sono stati chiamati a confermare quanto in precedenza affermato da Signorello. E cioè che i suoi rapporti con Gaspare Como sarebbero dovuti alla riparazione di un’auto. Il processo è ormai alle battute finali. In settembre, potrebbe esserci la requisitoria del pm Francesca Dessì. Poi la parola passerà alle difese. Tra i legali impegnati nel processo, oltre alla Calamia, anche gli avvocati Giuseppe Pantaleo, Vito Cimiotta, Roberto Fabio Tricoli, Daniele Bernardone e Luca Cianferoni.