Anche quest’anno l’Associazione Antimafie Rita Atria partirà dal cimitero di Partanna, il 23 luglio alle 11 con un evento quasi “privato”, intimo; “Una Rosa per Rita” per rendere omaggio a Rita Atria, la Picciridda che a 17 anni voleva “consumare” i mafiosi e non solo. Dalla Memoria all’impegno; da Partanna al “Mi Chiamo Rita” il 26 luglio in Viale Amelia (altezza civico 23) a Roma dove non ci sarà solo una mera commemorazione ma giorno e luogo simbolo per fare il bilancio di un anno complicato e per rinnovare il nostro impegno.
Da Partanna a Roma dunque come a voler seguire idealmente il percorso di vita di Rita della giovane Testimone di giustizia, considerata dagli organizzatori, la settima Vittima della strage di via D’Amelio dove morì Paolo Borsellino e gli agenti della scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina (per approfondimenti sulla storia di Rita Atria cliccare qui).
"L’anno scorso avevamo anticipato nuovi progetti e tra questi uno in particolare affidato a due giornaliste che abbiamo incontrato sul nostro ormai quasi trentennale percorso - scrivono i responsabili dell'associazione Antimafie Rita Atria - Graziella Proto de la testata LeSiciliane e Giovanna Cucè del TG1. Due generazioni diverse, Graziella Proto partita da I Siciliani con Pippo Fava dove ha respirato cosa può fare un giornalismo senza compromessi; Giovanna Cucè giornalista che di quei principi si è nutrita e si nutre facendo una informazione corretta, seria, attenta e soprattutto rispettosa. E saranno proprio Graziella Proto e Giovanna Cucè a “condurre” l’evento romano verso approdi non retorici".
“Un giornalismo fatto di verità impedisce molte corruzioni, frena la violenza e la criminalità, accelera le opere pubbliche indispensabili. pretende il funzionamento dei servizi sociali. Tiene continuamente allerta le forze dell’ordine, sollecita la costante attenzione della giustizia, impone ai politici il buon governo. Se un giornale non è capace di questo, si fa carico anche di vite umane. Persone uccise in sparatorie che si sarebbero potute evitare se la pubblica verità avesse ricacciato indietro i criminali: ragazzi stroncati da overdose di droga che non sarebbe mai arrivata nelle loro mani se la pubblica verità avesse denunciato l’infame mercato, ammalati che non sarebbero periti se la pubblica verità avesse reso più tempestivo il loro ricovero. Un giornalista incapace per vigliaccheria o calcolo della verità si porta sulla coscienza tutti i dolori umani che avrebbe potuto evitare, e le sofferenze. le sopraffazioni. le corruzioni, le violenze che non è stato capace di combattere. Il suo stesso fallimento!”, Pippo Fava".
"Non anticiperemo la “trama” dell’evento perché il motivo per il quale trovare le motivazioni per venire in Viale Amelia deve essere in particolar modo quello di guardare negli occhi le responsabilità sociali e politiche che abbiamo - contuinuano i responsabili dell'associazione Rita Atria - . In ogni tempo. In ogni luogo. Perché le cose non accadono mai senza le complicità sociali (sia quelle dirette che quelle indirette) e politiche. Porteremo a Roma il vaso fatto dai ragazzi e docenti dell’I.I.S.S “J. Del Duca – D. Bianca AMATO” di Cefalù e sarà presente una rappresentanza dell’Istituto. Ricorderemo che da più di un anno la mozione approvata all’unanimità dal Consiglio del Municipio VII a favore della cittadinanza - concludono - aspetta l’atto politico necessario e conclusivo della Sindaca di Roma Capitale". Qui il link per la diretta Facebook.