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22/07/2021 06:00:00

 Salemi. Riparte da New York l’incredibile storia della Collezione Kim

Salemi con la sua millenaria storia avrà uno spazio presso il Centro Kim di New York costituito da brochure, foto e materiale divulgativo.

Dovrebbe essere un ottimo viatico per fare conoscere nella Grande Mela la cittadina trapanese e promuovere le eccellenze naturalistiche, artistiche, culturali ed enogastronomiche di cui e’ dotata.

In contropartita, dovrebbe nascere nel “borgo tra i più belli d’Italia” un festival cinematografico e una nuova sezione del polo museale dedicata alla Collezione Kim.

E’ questo, in estrema sintesi, il contenuto del sorprendente comunicato stampa emesso in questi giorni dal Comune di Salemi guidato dal sindaco Domenico Venuti.

C’e’ una delibera della giunta municipale di una settimana fa che lo ufficializza.

La Collezione, e’ messo nero su bianco nell’atto amministrativo, sarà consegnata (riconsegnata, sarebbe il caso di dire) "a titolo di comodato d'uso gratuito al signor Kim per 10 anni, salvo rinnovo espresso per uguale periodo".

Prima di continuare il nostro racconto, ci sia concessa una breve divagazione.

Solo avere pensato di (ri)dare un bene, sia pure in comodato gratuito, sia pure per un tempo limitato ma rinnovabile, al soggetto che tempo prima ne aveva fatto dono, crediamo sia stata una di quelle trovate che merita di essere tramandata ai posteri per la sua genialità. E lo diciamo senza ironia.

Qualche nostro amico lettore simpaticamente ci aveva fatto notare tempo fa che spesso amiamo citare Pirandello nelle nostre cronache. E’ vero.

Ma stavolta non basta il dualismo tra essere e apparire del drammaturgo agrigentino. Ci siamo ricordati allora di essere conterranei anche di Gorgia, il massimo filosofo dei sofisti.
Il filosofo di Lentini ai suoi allievi insegnava che per convincere gli altri della validità di una tesi qualsiasi, poca importanza aveva la ragione. Ciò che più conta, sosteneva, e’ il possesso della capacità dell’uso delle parole.


Mr. Yongman Kim nel 2009 donò alla città di Salemi una cospicua parte della propria collezione di film in VHS e DVD. Noi oggi gliela cediamo in comodato con l’intesa di istituire una partnership tra il Comune di Salemi e l’imprenditore coreano.

Non e’ un giro di parole. Ma, questo punto, per meglio capire di cosa stiamo parlando, facciamo un passo indietro lungo 34 anni.

Gli antefatti

Il calendario segna l’anno 1987. Mr Yongman Kim, un coreano approdato alcuni anni prima negli USA dal natio Gunsan, paesino di poveri pescatori della Corea del Sud che si affaccia sul Mar Giallo, dopo vari lavori, si mette in proprio aprendo la sua prima videoteca, con appena (si fa per dire) 8 mila i titoli. La zona e’ abbastanza centrale. Nella centrale St. Marks Place, nell'East Village, quartiere di New York, abitato da intellettuali e artisti e ricco di boutique alternative e di ottimi ristoranti.

L’impresa prospera. La videoteca si arricchisce di nuove opere. Fino ad arrivare alla considerevole cifra di 250 mila film. Diventa una tra le più grandi raccolte private al mondo di supporti filmici. Una catena di undici esercizi. Vi lavorano più di trecento persone con le mansioni più disparate: ricercatore, archivista e curatore. In concorrenza con la texana Blockbuster.

Poi, come tutte le cose umane che hanno un principio e una fine, la crisi. Che si chiama internet e il volto lugubre della pirateria informatica. Non c’e’ scampo. Mr. Kim e’ costretto a disfarsi dell’imponente raccolta. Pensa di donarla. Per rendere più agevole l’iniziativa, la fraziona in 60 lotti. Viene lanciato un messaggio planetario.

A Salemi, con l’intermediazione della Fondazione Clio, e’ Oliviero Toscano a cogliere l’opportunità. E’ il 2009. E lui e’ un assessore della giunta Sgarbi.

Il lotto destinato a Salemi e’ costituito da ben 55mila opere. Segnate la cifra. E’ la prima ad essere detta, cui seguiranno altre, sempre diverse, nel corso degli anni.

Un prezioso carico di scatoloni contenenti tra le più rappresentative opere cinematografiche della storia del Cinema. Pellicole rare, a volte introvabili come “La Madre” del sovietico Dovzenko, “L'Arrivée d'un train en gare de La Ciotat” dei Fratelli Lumière, tanto per citarne qualcuna. Oppure quasi tutti i film della nouvelle vague francese, o del neorealismo italiano, esemplari del Cinema Giapponese, del Cinema Indipendente Americano, del Cinema Sovietico e Asiatico.

Ma anche tanta paccottiglia di tutti i generi cinematografici, ivi compresa una ricca rassegna di divi del porno, di cui qualcuno dichiarò di averne apprezzato in solitudine le prestazioni.

L’evento ebbe una risonanza mediatica nazionale. L’ immagine di una motoape, stracarica di scatoloni Kim, “spinta” da allegri picciotti (appositamente reclutati per la sceneggiata) lungo la salita della via Garibaldi fece il giro del web.
Come a voler fare intendere che una intera comunità cinefila stesse in strada a celebrare la rinascita di Salemi attraverso il Cinema. Cosa che nemmeno a Venezia!

Anni dopo, quando Giuseppe Maiorana, nella qualità di consulente culturale del comune, tentò di salvare il salvabile con una rassegna estiva proiettando alcune pellicole nell’atrio del Castello, gli spettatori si contarono sulle dita di una mano.

Ma andiamo per ordine.

L’arrivo

L’arrivo del container di film carburò la fantasia di Sgarbi. Seguì un pirotecnico periodo di annunci di eventi tutti collegati al cinema. Destinati tutti a rimanere annunci.

Da un improbabile festival delle Religioni, al coinvolgimento addirittura della Biennale di Venezia (sic). : "La renderemo fruibile e la valorizzeremo – dichiarò scoppiettante Sgarbi - Abbiamo avviato contatti anche con la Biennale di Venezia: penso che per il futuro possa nascere una proficua collaborazione".

Mentre il benettoniano Toscani si spinse oltre a sentenziare profeticamente che : "I newyorkesi sono molto arrabbiati per il fatto che la collezione sia finita in Sicilia. E' accaduto perché Salemi è il futuro mentre New York è il passato!”

In questa fantasmagorica foga di buoni propositi volete che non si facesse avanti anche il governo di destra della Regione Siciliana?

Viene finanziato, con sorprendente sollecitudine, per una somma di 867 mila euro un progetto biennale Gi.a.c.s., (capofila Arcidonna, partner Comune di Salemi e Associazione Cici) presentato nell'ambito del Programma Apq Giovani protagonisti di sé.

Il progetto prevedeva che il Comune di Salemi si occupasse anche dell'allestimento del Centro Kim e l'Associazione Cici dell'archiviazione e della gestione della Kim's Video Collection.

Tutto bene Madama la Marchesa? Ma quando mai!

Volano gli stracci

Oliviero Toscani, anticipando di alcune settimane le mosse di Sgarbi, si dimette nel febbraio del 2010 dalla carica di assessore. E coglie subito l’occasione di inviare una lettera al governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo, per comunicargli che la collezione Kim "sta marcendo all'umido, in mezzo a topi e scarafaggi".

Seccamente smentito dal vice sindaco Antonella Favuzza, sempre bene informata, che replica: "L'archivio dei film è integro e custodito in ottime condizioni. Tra l'altro è attualmente oggetto di un lavoro di catalogazione e digitalizzazione”.

L’Assessora Antonina Grillo: “ Toscani e’ un bugiardo, da mesi non mette piede a Salemi!”.

Peccato però che di lì a poco arrivino le dimissioni di Vittorio Sgarbi a complicare le cose.

Con l’arrivo del commissario Guglielmo Serio, le accuse di Toscani finiscono sull’Ansa e sulle maggiori testate nazionali.

Scrivono che “Centinaia gli scatoloni ancora per terra e in maniera provvisoria e sistemati alla rinfusa, mentre una sola parete ospita i film finora catalogati: 3582 su un totale di 55 mila titoli. Le altre sale del museo sono vuote: né un tavolo, né una sedia, nessuna traccia di computer o materiale informatico. Un elenco dei film che sono stati regalati da mister Yongman Kim non si trova”.
Accuse circostanziate rimaste nel vuoto e senza esito.
Da parte del Comune, nella persona di Antonina Grillo, referente del progetto, solo un lunghissimo comunicato che smentisce tutto, a cominciare dal numero dei supporti visivi. Non sono 55 mila ma 46 mila (9mila in meno). L’ammontare del progetto finanziato non di 867 mila, come riportato dall’Ansa, ma “appena” di 272 mila euro, di cui, fino a quella data, erano stati spesi solo 14 mila euro circa.

Ma Mr. Kim, nel donare la collezione, aveva posto tre condizioni: l’aggiornamento della cineteca, la libera fruizione da parte dei cittadini e la messa in sicurezza.

Kim a Salemi


“La parte più importante e più qualificata dell’ intera Collezione”, preciserà 5 anni dopo lo stesso Kim, durante un incontro avuto con gli studenti nell’Aula Magna del Liceo Classico di Salemi. E’ il caso di ricordare che in quell’occasione pose ai giovani liceali una significativa domanda. Chiese se ci fosse tra i presenti qualcuno amante del cinema o dell’arte in generale. Nessuno rispose. Incalzò con una seconda domanda chiedendo ad ognuno la professione a cui aspirassero. In maggioranza, indicarono quella dell’ avvocato e quella del medico. “Ideali concreti”, commentò Kim con un ossimoro, accompagnato ad un enigmatico sorriso.

Il mecenate coreano era arrivato a Salemi, nel 2014, invitato dal commissario straordinario Leopoldo Falco, poi Prefetto di Trapani, per presenziare all’inaugurazione del Centro Kim e all’avvio della prima fase di "digitalizzazione” degli audiovisivi.

“Per vedere tutti i 55 mila film” – calcolò scherzando Kim- “occorrerebbero dieci ore libere al giorno per cento anni”. Come si vede, il numero viene confermato a viva voce dallo stesso donatore.

Accompagnato da Franca Pauli, una sociologa, durante quella visita gli venne assicurato dai responsabili che “gran parte della collezione di 55mila film era stata riconvertita in digitale da 15 alunni del liceo classico "F. D’Aguirre" con l’aiuto e il coordinamento di un tecnico informatico Gianni Liuzza.

Il balletto dei numeri

Un “gran parte” mai quantificato ma che bastò al tecnico Liuzza a fargli dire che il loro “impegno non è stato indifferente “ e che “avrebbero completato la conversione dei film a un ritmo di 600 al giorno”.

Che, fatti i conti per 8 ore di lavoro, contrastava con quanto aveva scritto il comune in quel famoso lunghissimo comunicato che si trattava “di un lavoro tecnicamente lento perché per riversare i Dvd ci vogliono 20 minuti a film, e 40 minuti per quelli in Vhs”.

Una lunga storia di numeri che cambiano con il cambiare delle stagioni ma che dietro i quali ci celano migliaia di titoli che scompaiono e ricompaiono come i volumi del “Cimitero dei Libri Dimenticati” in quel famoso libro del catalano Carlo Ruiz Zafon.

L’ultima cifra, in ordine di tempo, l’hanno fornita i volontari dell’Associazione ‘Cuncuma’. “Sarebbero circa 38 mila”, precisarono.
Dove sono finiti gli altri 17 mila? “Alcuni giurano di averli visti su Ebay, altri su Amazon o piattaforme analoghe”, dichiarò tempo fa ad una giornalista Giuseppe Maiorana.
La verità e’ che, non essendo mai stato fatto un serio inventario del materiale arrivato, non si e’ mai saputo il numero esatto degli audiovisivi.

L’epilogo

Giunti al punto in cui si e’ arrivati, non restava altro che tornare indietro nel tempo e nello spazio. Riattraversare l’Atlantico e approdare nuovamente a New York. Per ritornare sotto l’ombra del Castello federiciano non sappiamo quando.

Mr Kim, ricordandosi forse di un noto proverbio coreano, secondo il quale “anche i migliori possono sbagliare”, ha subito dichiarato di essere “ lieto di collaborare con il Comune di Salemi per preservare la collezione Kim's Video e renderla disponibile in futuro al pubblico. Sperando che il nuovo museo del video di Kim a Salemi susciti grande attenzione attorno a sé per creare un epicentro culturale unico che apra una finestra non solo ai cinefili ma a tutti coloro che desiderano ampliare i propri orizzonti. Attendo con entusiasmo gli sviluppi della nostra partnership".

Dal canto suo il sindaco di Salemi Domenico Venuti ha sottolineato che "Salemi punta tantissimo sulla Collezione Kim e che questo accordo rappresenta un primo tassello di un ampio rapporto di collaborazione che punta a far conoscere Salemi nel mondo e a valorizzare al meglio quell'immenso patrimonio culturale affidato da Kim alla nostra città. Ringrazio di cuore Kim che ha creduto nel nostro progetto e nella nostra voglia di fare della sua collezione uno dei punti di forza dell'offerta culturale di Salemi"

Franco Ciro Lo Re