"Questa potrebbe essere l'inizio di una gran bella amicizia". È una frase rivolta da Humphrey Bogart ad un ufficiale francese della repubblica di Vichy nel film Casablanca. E forse è stato l'augurio dell'elettore lilibetano quando nell'ottobre ha condotto al primo turno a quartiere spagnolo nella qualità di primo cittadino M.Grillo.
L'amico del neosindaco, ed esistevano tutti i presupposti perché lo diventasse, era il Consiglio Comunale. La maggioranza dei marsalesi si era prodigata perché il sodalizio si cementasse, Sala delle Lapidi era nella sua integrale figura, tranne tre piccole stempiature, affettuosa. E tutto lasciava presagire all'atto dell'insediamento una sconfinata amistà. La prima incrinatura ci fu alla nomina d'assessore di N.Milazzo in quota Fratelli d'Italia, alla consigliera R. Genna non piacque lasciò il partito e da solo il decano P.Ferrantelli ,dichiarando che doveva lasciare, nonostante lei fosse donna da sempre di destra.
Poi fu la volta di L.Orlando vicino al presidente Airgest Ombra, lasciò il movimento Via affermando che avrebbe votato secondo coscienza gli atti presentati dall'amministrazione Grillo. Lubrano direbbe:" la domanda sorge spontanea" lo scrivente aggiunge: prima come faceva? Poi iniziarono i "dissapori" sui provvedimenti, per Marsala Schola con F. Coppola. Sul trasferimento dell'ITC con A.Vinci. A.Marino ha criticato apertamente l'operato della giunta, colpevole anche di non aver cercato la sua collaborazione.
Altro vulnus la vicenda dell'ospedale P.Borsellino che portò all'occupazione di palazzo VII aprile nella quasi totalità dei consiglieri di maggioranza, con il primo cittadino che si defilò. È delle ultime sedute consiliari il dibattito sul Piano Economico Finanziario 2021 sui rifiuti e sul progetto d'abolizione del primo passaggio a livello di c.da Terrenove e il dilemma (?) se il parere sulla barriera ferroviaria dell'assise, sia vincolante. Sulle barricate Coppola, Marino e Vinci. L'interruzione tecnica sulla diretta streaming è stata una panacea. The end potrebbe essere da "c'eravamo tanto amati" capolavoro di Ettore Scola.
Vittorio Alfieri