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23/08/2021 08:00:00

Marsala: il nostro ospedale, la nostra "Guernica"

 "Guernica". La tela rappresenta un episodio della guerra civile spagnola. Pablo Picasso realizzò il grande dipinto nel 1937, poco dopo il bombardamento della cittadina basca ad opera di un gruppo di volontari dell’aviazione tedesca nazista, con il supporto dell'Italia fascista. Per denunciare e commemorare la strage, l'artista eseguí un dipinto immenso, forse il suo più grande capolavoro, e per la prima volta si schierò apertamente contro Francisco Franco. Nel quadro si vedono: una madre con un bambino morto in braccio, un toro, simbolo della Spagna offesa, un uomo caduto, un cavallo urlante, due donne, di cui una che con la lampada cerca di fuggire e una che si trascina faticosamente, un uomo travolto dalle fiamme.

Il primo elemento di Guernica su cui si posa lo sguardo è anche il più atroce. Sulla sinistra una madre tiene in braccio il suo bambino morto. La bocca è spalancata in un urlo. Il volto e il grido sono diretti verso l’alto. È un’invocazione, una disperata richiesta d’aiuto ma anche una condanna: gli assassini arrivano dal cielo. La testa del bimbo è riversa invece verso il basso. Gli occhi non hanno più vita, la bocca è chiusa. Il suo silenzio si contrappone al pianto della madre. Nonostante tutto il pittore raffigura un segno di speranza, il fiore, un omaggio al coraggio del suo popolo e di rinascita. Il quadro nel tempo ha assunto un alto valore morale di denuncia contro la violenza della guerra che causa tanta sofferenza.

Il conflitto sancí l'ascesa al potere del dittatore Caudillo Francisco Franco. Si narra che l'Ambasciatore tedesco Otto Abetz, in visita allo studio di Picasso, gli abbia rivolto la domanda riferita al Guernica: "è lei che ha fatto questo orrore?". Picasso rispose: "no, è opera vostra". Il dipinto come metafora della sanità di Capo Lilibeo e soprattutto del suo nosocomio il "Paolo Borsellino". La pandemia è stata, è una guerra, e ha bombardato anche Marsala e soprattutto l'ospedale. Il Coronavirus ha trovato un alleato inaspettato, la classe politica siciliana, indimenticabile l'auspicio dell'assessore alla Sanità di spalmare i decessi. Razza arrivò a Lilibeo nel maggio del 2020 prima delle amministrative d'ottobre, il fiore della iniziale rinascita per lui era il S. Biagio struttura Covid, con tanto di foto, tra lui, il futuro sindaco M. Grillo e Papania tra gli sponsor principali di Massimo.

In quella circostanza il fondatore di Via espresse apprezzamento per l'ex manager Asp 9 Damiani, il resto è cronaca giudiziaria conosciuta, per il S. Biagio, mutuando un titolo "cronaca di una morte annunciata", indecente la motivazione, edificio non a norma antisismica. In ottobre ovviamente dopo l'elezioni, l'ospedale di via Salemi nuovamente Covid. Poi in dicembre l'inaugurazione dei lavori per la costruzione del padiglione per malattie infettive adiacente al"Borsellino". La foto ricordo immortala: Sturiano a braccetto con Turano, il primo cittadino con Razza, salvo scoprire grazie ad un'inchiesta di TP24, trattasi di un ampliamento del pronto soccorso. Dopo una parziale riapertura, occupazione di Sala delle Lapidi e viaggi della speranza di Sturiano e Grillo, oggi il "P. Borsellino" ex novo Covid. Il nostro ospedale, la nostra "Guernica".

Vittorio Alfieri