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25/08/2021 09:05:00

L'onestà intellettuale di chi resta umile. E l'odio da pandemia

 Onestà Intellettuale. Sapere non è tutto, molti sostengono a parole che l'onestà intellettuale -ad esempio- fa di noi un essere umano migliore.

La chiave per la conoscenza è essere sufficientemente coraggiosi da dire "ho sbagliato". Siamo abituati a giustificare le nostre mancanze. A farlo sempre. Lo si fa ovunque, nella classe politica, nel lavoro, nello sport, e finanche tra amici ed in famiglia. "So di non sapere" Socrate dixit , a tal proprio ho ringraziato chi mi ha corretto perché in un pezzo scrissi Seneca, la stessa persona disse successivamente che era un evidente "errore di distrazione", dopo la divagazione "so di non sapere ma non lo ammetterò mai" dicono alcuni essere umani di oggi.

Alcuni studi hanno scoperto che la riflessione cognitiva - cioè il pensiero analitico - è correlata alla capacità di discernere le notizie false da quelle reali. Gli stessi studi hanno dimostrato che chi è dotato di onestà intellettuale presta maggiore attenzione alle prove avvicinandosi più velocemente alla risoluzione del problema. Essa infatti altro non è che un approccio al pensiero. Chi è onesto intellettualmente non metterà necessariamente in dubbio il suo pensiero ma sarà disposto a farlo fino a quando non avrà eliminato tutte le possibili alternative, ovvero fino a quando avrà trovato -fino a prova contraria, e quindi scientificamente- la risposta migliore.

Significa acquisire come abitudine quella di considerare i propri limiti come parte in causa di un tutto. La chiave per la conoscenza è essere sufficientemente coraggiosi da dire "ho sbagliato". Non sei d'accordo? Convincimi del contrario, è il metodo Socratico "dialogo con confutazione ". Le virtù fondamentali dell’imparare mi sembrano almeno due: onestà intellettuale e umiltà. L’onestà intellettuale è essenziale: se si nega l’evidenza, ci si perde nei propri castelli, costruiti per giustificarsi, per tenere in piedi le menzogne in cui ci si nasconde. La prima consiste nel riconoscere ciò che è vero, ammettere il limite, essere.La mancanza per contro, impedisce di progredire, blocca l’apprendimento e favorisce la menzogna. Essa è la miserabile auto-assoluzione di chi ributta sull’altro o sugli eventi le proprie mancanze, piuttosto che lavorare su di sé per superarle. Solitamente la mancanza dell’onestà intellettuale viene sanzionata, perché comporta una certa inaffidabilità. Il suo limite maggiore però consiste proprio nel compromettere il punto nodale di ogni esperienza di ricerca autentica: in essa lavorando su altro da sé, si opera su se stessi -per esempio acquisendo conoscenza, maestria, esperienza-. Per contro, agendo in maniera intellettualmente disonesta, si inverte il sano ordine del lavoro: si antepone sé all’altro da sé, così che la dinamica dell’apprendimento si inceppa.


Quanto all’umiltà, potrebbe sembrare virtù da educande e francescani e si potrebbe sostenere che chi ha acquisito il sapere con fatica e dedizione possa esserne a buon diritto orgoglioso. Si acquisisce sapere mettendosi in ricerca, con la curiosità , che non si sa quanto si desidera conoscere. Abbagliati da quel poco che si conosce, si dimentica il molto che ancora non sappiamo e, con ciò, la necessità di rimanere umili e aperti. Adesso non voglio fare l'avvocato d'ufficio ,non ne ha bisogno la testata che mi ospita, lo narra la storia pluriennale, quando alcuni soggetti che l'accusano di disonestà intellettuale usavano il ciuccio, altri frequentavano le elementari, quelli più attempati negavano l'esistenza, l'omertà era quasi sempre sovrana,il giornale parlava di mafia e il direttore scriveva e continua a farlo di Matteo Messina Denaro. Lo racconta lo spazio dedicato alle Lettere&Opinioni, mai alcuna censura, pubblicate anche le critiche più feroci anche al limite dell'insulto che sui social trovano accoglimento
Poi la pandemia ha scatenato un odio senza precedenti. Necessita Onestà Intellettuale da parte di tutti.

Vittorio Alfieri