Anche a fine agosto, continuano gli incendi in Sicilia. Fra le aree più colpite quella della provincia di Palermo, dove un rogo ha bloccato la tratta ferroviaria tra Partinico e Montelepre, danneggiando i cavi elettrici e gli impianti.
Altri incendi sono stati innescati nella zona di Monreale, in particolare nelle aree di Montagnola e Realcelsi.
Fiamme anche nel nisseno, in contrada Sabucina, all’interno del parco archeologico. Le fiamme hanno distrutto un’area di 30 ettari per la maggior parte costituita da macchia mediterranea e da bosco. Sul posto sono intervenute tre squadre del corpo forestale e una squadra dei vigili del fuoco, un elicottero Falco 6 della flotta della Regione Siciliana, che ha effettuato 22 lanci, e un modulo della protezione civile. Le fiamme sono state spente dopo circa un’ora e mezza e prima che si avvicinassero alle case di campagna della zona.
Un incendio nel pomeriggio ha investito le Madonie, nel palermitano. Le fiamme hanno lambito alcune abitazioni nei pressi del santuario di Blufi. Alcuni abitanti del piccolo centro si sono riversati in strada, temendo il peggio. Sul posto sono intervenuti vigili del fuoco, personale della forestale e volontari della protezione civile, con l’aiuto di elicotteri e canadair. Il fuoco sarebbe partito dall’area circostante lo svincolo Irosa, sull'autostrada Palermo-Catania, percorrendo diversi ettari di terreno.
Emergenza incendi nella valle del Belice dove hanno lavorato ininterrottamente gli uomini della Forestale di Castelvetrano per domare un incendio a Gibellina in zona Monte Finestrelle in una zona demaniale. Altri interventi si sono registrati sul boschetto Cracchiolo e sui ruderi di Gibellina.
IL BILANCIO. Il fuoco porta l’Italia in «zona rossa» ma questa volta non per la diffusione del Covid. I numeri del dossier su «Incendi e Desertificazione» effettuato da Europa Verde sono, per certi versi, impressionanti. Dall’inizio dell’anno sono andati in fumo a causa delle fiamme oltre 158 mila ettari di boschi e foreste. Una superficie equivalente alle città di Roma, Napoli e Milano messe insieme. I dati sono forniti dell’European Forest Fire Information System (Effis) della Commissione europea, che fornisce informazioni sugli incendi a partire dal 2008.
Nel dettaglio, per quanto riguarda i roghi, nella sola Sicilia dall’inizio del 2021 «oltre 78mila ettari sono bruciati, pari al 3,05% della superficie della regione. In questo scenario, a detta di Europa Verde, «il fatto grave è che ben il 44% dei comuni non ha fatto richiesta per il catasto degli incendi» secondo i dati forniti dall’Arma dei carabinieri nel 2020.
Per gli autori del dossier «la situazione è gravissima ed è figlia di una politica senza scrupoli che, anziché puntare sul controllo e la prevenzione ha semplicemente pensato di ignorare il problema, cancellando una risorsa preziosissima come il Corpo Forestale dello Stato e privatizzando de facto la flotta di canadair». Sul fronte desertificazione in Italia «il 10% del territorio» è definito «molto vulnerabile». La Sicilia è la regione più colpita (42,9% della superficie regionale).
Secondo il Consiglio Nazionale delle Ricerche, le aree a rischio sono il 70% in Sicilia, il 58% in Molise, il 57% in Puglia, il 55% in Basilicata, mentre in Sardegna, Marche, Emilia-Romagna, Umbria, Abruzzo e Campania sono comprese tra il 30 e il 50%, dati che indicano che «il 20% del territorio italiano in pericolo di desertificazione». Le cause del degrado dei suoli sono legate a diversi fattori, «sia naturali che antropici». La desertificazione «rappresenta il risultato finale di questo complesso sistema di interazioni - si afferma nel Rapporto - che porta a pregiudicare, in modo pressoché irreversibile, la capacità produttiva degli ecosistemi naturali, agricoli e forestali».