L’eurodeputata leghista, Francesca Donato, ha rimosso il tweet in cui giudicava credibile quanto una “barzelletta” l’appello a vaccinarsi fatto dai familiari del dottor Leonardo Ditta, il medico castelvetranese morto di Covid nonostante la doppia dose di vaccino (ne abbiamo scritto qui).
E si sarebbe anche scusata con la figlia. Il condizionale ci sembra d’obbligo, visto che con ogni evidenza, le “scuse” sono state solo il pretesto per un lungo video su Facebook in cui ribadisce di non essere stata capita, sottolineando ancora una volta come tutti ce l’abbiano contro i no vax.
Insomma, 15 minuti di parole, senza alcun mea culpa.
La “sostanza” del chiarimento starebbe nel fatto che no, non era l’appello in sé considerato una barzelletta, ma il fatto che nel momento del lutto i familiari abbiano tenuto così tanto a consigliare a tutti il vaccino. Secondo il curioso punto di vista dell’europarlamentare, i familiari non avrebbero detto nulla, ma si sarebbe inventato tutto il giornalista. Peccato che anche così, rimanga lo stesso una cosa grave. Che anzi, viene condita dalla solita dose di complottismo che vede i giornalisti, “venduti ai poteri forti”, inventare notizie pro vaccino.
“Ieri su un mio tweet è stata gonfiata una polemica pretestuosa – ha scritto l’eurodeputata del Carroccio - Ho affermato che mi sembrava credibile quanto una barzelletta che di fronte al lutto familiare la figlia trovasse tempo e voglia di occuparsi della strategia vaccinale. Ho erroneamente attribuito quelle parole ad una iniziativa del giornalista”.
“Tempo e voglia”. Ecco, quando la toppa è peggiore del buco.
E nel tweet inziale ormai rimosso, la clamorosa smentita che quell’appello non era una barzelletta era arrivata dal commento di Anna Ditta, giornalista di Tpi, figlia del noto medico castelvetranese: “Non si vergogna di speculare in questo modo su un morto? Invece di criticare la nostra credibilità dovrebbe pensare ad avere un minimo di pudore e rispetto”.
Un invito che la Donato non sembra aver preso in considerazione in quei 15 minuti di video in cui ha cercato di difendere soltanto la sua immagine politica, per altro compromessa da altre sparate sui vaccini in televisione.
“Mi scuso con la famiglia, che non intendevo offendere” ha scritto ancora l’eurodeputata leghista.
E forse ha ragione. Sarà stato un effetto collaterale, in questa corsa al tweet acchiappa click per il consenso, dove la percezione della realtà è calibrata dalla cerchia dei propri follower. Tutto il resto è “polemica pretestuosa”.
E in quei lunghi minuti di video, non fa che peggiorare la sua posizione, giocando maldestramente con le parole. Dapprima rilegge la dichiarazione riportata nell’articolo, “la vaccinazione resta l’arma fondamentale per combattere questa malattia…”, poi dice di non condividere che questo “sia l’unico modo per…”.
Fantastica trasformazione: l’arma fondamentale diventa l’unico modo.
Poi dice che la malattia va curata e che “purtroppo essere vaccinati, come in questo caso, non sia sufficiente per curare la malattia e proteggere le persone”.
Se fosse stata una domanda, forse anche questa volta Sileri (e non solo lui) avrebbe detto che non si merita una risposta.
Egidio Morici