La Sicilia è maglia nera in Europa per lavoro giovanile, per quello femminile e per il tasso di povertà e con una prospettiva demografica con una diminuzione attorno al 9% nei prossimi 30 anni. Il triste primato economico sociale dell’Isola è stato verificato dall’Eurostat, l’ufficio dell’Unione Europea.
La percentuale dei disoccupati è del 44,56% - Nel 2020 la percentuale di disoccupati tra 20 e 64 anni in Sicilia è stata del 44,56%, mentre il tasso occupazionale è di poco inferiore al 70 per cento in più di un quarto degli altri paesi europei. Nella Regione più a Sud d’Europa, un siciliano su due non lavora. La percentuale dei giovani siciliani disoccupati sale a 48,31.
I Neet siciliani - Poi ci sono i Neet siciliani, i giovani che non solo non hanno un lavoro ma nemmeno studiano, non frequentano corsi di formazione e non cercano lavoro. Sono il 40% tra quelli che hanno tra i 18 e i 24 anni. Si tratta per la maggior parte di ragazze che, una volta finita la scuola dell’obbligo iniziano a lavorare in nero. Con l’aumento della disoccupazione la percentuale del rischio povertà è del 41,4 per cento e sale al 48,7 per centro se si considera l’esclusione sociale.
Sicindustria Gregory Bongiorno - "La ristorazione, il settore alberghiero e quello commerciale sono quelli che hanno subito le maggiori perdite di posti di lavoro a causa della pandemia. Questi comparti rappresentano il 60 per cento delle aziende siciliane"
Per quel che riguarda i disoccupati, le donne sono sempre di più. Una su tre non lavora. «Un dato che si spiega anche alla luce dei pochi servizi socio-assistenziali adeguati», commenta Alfio Mannino, segretario generale della Cgil Sicilia: «Servono più asili nido di qualità e più ore a scuola per invertire il trend negativo che riguarda l’impiego femminile».
Sempre meno nascite - Per via della crisi economica le donne fanno meno figli e sempre più tardi. Avere un figlio in Sicilia è ormai un calcolo economico, matematico, a causa della crescente povertà della Regione che sta subendo, sempre a causa della sua condizione un inesorabile spopolamento, con sempre più giovani che vanno via e si trasferiscono al Nord Italia o all’estero. "Dobbiamo trattenere i nostri ragazzi puntando su una nuova formazione dei giovani e sulla specializzazione delle competenze. le parole del leader della Cisl Sebastiano Cappuccio. Una mano può darla il Pnrr".