Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
27/09/2021 06:00:00

Marsala: la storia di "Francesca", tornata alla vita e liberata dalla schiavitù della prostituzione 

Una storia difficile, di disagio, di sopravvivenza, una storia di ingiustizia sociale e di discriminazione che ha un finale, una volta tanto, di umana solidarietà e di integrazione. E’ la storia con lieto fine, che nei mesi scorsi abbiamo raccontato su Tp24, grazie alla segnalazione dell’avvocato marsalese Vincenzo Forti e che potete leggere  qui.

Solo fino a qualche mese fa, la protagonista di questa storia, che chiamiamo con un nome di fantasia, Francesca, era costretta giornalmente a vendere il proprio corpo per sopravvivere, in mezzo ad una discarica di rifiuti, nei pressi del canile comunale di Marsala, dove quotidianamente degli sfruttatori la accompagnavano.

Francesca è una giovane donna nigeriana, mamma di una bambina di 8 anni che vive in Nigeria e che aveva una sola speranza: quella di poter un giorno riabbracciare la propria figlia.

Dopo la pubblicazione su Tp24 della denuncia dell’avvocato Forti, succede qualcosa che cambia completamente la prospettiva futura e la vita della donna di origine africana, che per guadagnarsi un pezzo di pane e per andare avanti per sopravvivere era costretta a prostituirsi nei pressi della zona industriale e in mezzo ad una grande discarica abusiva. Quella denuncia, che chiamava in causa le associazioni di volontariato, ma anche la Chiesa ha, infatti, sensibilizzato e smosso il cuore e l’animo di qualcuno. Rosi Cucinotta e Laura Schifano della Chiesa Evangelica Pentecostale “Gesù Cristo è il Signore” - guidata dal pastore Andrea Parrinello – si sono sentite chiamate in causa e responsabili verso Francesca e verso chi come lei è debole, discriminato e subisce abusi e ingiustizie di ogni genere.

Un giorno dello scorso mese di maggio le due donne, sono andate sul posto con la scusa di portare un panino e una bottiglietta d’acqua a Francesca, nonostante i pericoli cui potevano andare incontro. L’amore verso questa donna indifesa e bisognosa di aiuto era cresciuto talmente tanto, nel cuore delle due donne, da darle la forza per superare ogni ostacolo.

Dopo due giorni di incontri, che sono serviti per conoscere Francesca, questa ha lasciato quella discarica che raggiungeva ogni giorno ed è stata accolta nella Chiesa Pentecostale.

Francesca è stata accolta nelle nostre case e adesso lavora per alcune sorelle. L'abbiamo vestita di abiti nuovi e da tre mesi fa parte della nostra vita. Una vita di speranza, di amore, di pacescrive Rosi -. Il mio ringraziamento per prima va al Signore e poi all’avvocato Vincenzo Forti che, con la sua sensibilità e umanità ha reso pubblico quell'articolo, toccando così il mio e dopo altri cuori per essere di aiuto per questa donna. Lei - continua la signora Rosi rivolgendosi all’avvocato Forti - ha fatto qualcosa di meraviglioso, ha permesso a me, a noi e alla nostra comunità di salvare un’anima, una pecorella smarrita”.

Francesca adesso è al sicuro con l’aiuto fraterno di queste persone, e ora, grazie alla Chiesa Pentecostale potrà ricongiungersi con il compagno che vive nel Nord Italia a Savona.

E la storia di Francesca, che fortunatamente per lei ha avuto un lieto epilogo, fa il paio con un’altra brutta storia che abbiamo raccontato su Tp24, quella che riguarda un giovane straniero di 22 anni che lo scorso 16 agosto a Marsala è stato fermato da più persone sconosciute, ed è stato aggredito a calci e pugni e derubato dello scooter, mente percorreva la via Favara alle prime luci dell'alba dirigendosi al lavoro.

Come per Francesca anche per questo giovane straniero c’è un finale di solidarietà e aiuto concreto nei suoi confronti. Dopo che il suo caso è stato reso pubblico dal signor Antonino Di Giovanni, sempre sulle pagine di Tp24, si è messa in moto la macchina della solidarietà vera, e non a parole o di facciata. Il giovane è stato contattato e aiutato da Salvatore Inguì, coordinatore di Libera, ma a questo aiuto se n’è aggiunto anche un altro, altrettanto significativo, da parte di una persona che vive a Roma e che, dopo aver letto la storia di questo giovane, cui era stato rubato lo scooter - comprato da poco e unico mezzo di trasporto per andare a lavoro – ha comprato un nuovo mezzo, una Vespa nuova, che permetterà al giovane di poter continuare ad andare a lavorare e a vivere.