Una volta era la città che regalava ai Cinque Stelle deputati regionali, eurodeputati e chi più ne ha più ne metta, e ancora oggi rimane una specie di isola felice, in un deserto di consensi. Alcamo si conferma "grillina", e dà a Domenico Surdi il via libera per altri cinque anni da Sindaco. Un evento unico, dato che mai era accaduto che un Sindaco cinque stelle venisse riconfermato. E anche per Alcamo è un grande segnale di stabilità amministrativa dopo anni tumultuosi.
Avvocato di 38 anni, aveva ottenuto la prima vittoria cinque anni fa, sostenuto dalla sola lista del M5s: all’epoca, però, la soglia per l’elezione al primo turno era ancora fissata nel 50% più uno dei voti. Nel 2016, dunque, Surdi era dovuto passare dal ballottaggio. Adesso, invece, la Regione ha abbassato quella cifra al 40%: quorum superato agevolmente, col 44% e circa dieci punti di vantaggio rispetto allo sfidante del centrodestra. D’altra parte già alle politiche del 2013 Alcamo era risultato il comune più grillino d’Italia col 48,1 percento dei voti al M5s.
Per effetto del 42% di preferenze conquistate, Surdi viene rieletto senza bisogno di passare dal ballottaggio. Massimo Cassarà del centrodestra si è fermato a 8.546 preferenze, pari al 35%, seguito poi da Giusy Bosco (15%) sostenuta da Pd, Udc e Sicilia Futura, e infine Alessandro Fundarò di Fratelli d’Italia ha conquistato il 7% dei consensi.
Surdi ha vinto grazie all'appoggio di una sua lista civica e di Alcamo Bene Comune, una strategia indovinata, che ha evitato l'isolamento. Di fronte, poi, aveva avversari troppo deboli o troppo divisi. Ha avuto a favore il voto disgiunto, dato che la sua coalizione ha preso 10 punti in meno di quella del centrodestra.
Come si vede dai grafici, pertanto, non avrà la maggioranza in consiglio comunale.
Più in generale, le elezioni amministrative in Sicilia sono andate bene per Pd e Cinque Stelle.
Vinciamo anche in Sicilia e Sardegna - esulta il segretario del Pd Enrico Letta - I dati del primo turno delle elezioni tenutesi ieri e oggi in vari comuni nelle due regioni amministrate dalla destra stanno confermando e rafforzando il quadro nazionale di domenica scorsa. Avanti". "E' un risultato, che seppur in attesa dell'ufficialità, non esito a definire incoraggiante - dice il segretario del Pd siciliano Anthony Barbagallo - regge l'accordo tra Pd e Cinquestelle: un esito che conferma i risultati conseguiti anche nelle elezioni amministrative del 3 e 4 ottobre nel resto d'Italia. Caltagirone è il modello da seguire in Sicilia".
“Risultati entusiasmanti per il M5S in Sicilia” esulta Giancarlo Cancelleri, protagonista della campagna elettorale di queste amministrative in Sicilia. “Ad Alcamo, Favara e Caltagirone si va verso vittoria al primo turno. San Cataldo e Lentini al ballottaggio.
Questo dimostra la grande capacità di fare sinergia sui territori e rafforzare passo dopo passo l’asse innanzitutto con il Pd e con altre forze di sinistra e civiche” continua Cancelleri. “Caltagirone è l’avviso di sfratto al Governo Musumeci perché dimostra che la coalizione del M5S-PD e forze di sinistra battono il centro destra anche se unito” conclude.
“Ancora una volta chi aveva intonato il de profundis, l'ennesimo, per il Movimento 5 stelle sarà costretto a masticare amaro: i risultati delle urne confermano la crisi del centro-destra e ribadiscono la vitalità del Movimento che, ci dispiace per le tante Cassandre in servizio permanente effettivo a destra, col nuovo corso Conte è destinato a tenere ancora a lungo la scena in Sicilia. Le vittorie a primo turno che si profilano ad Alcamo e a Caltagirone, i ballottaggi nella mia Favara, a Lentini e a San Cataldo testimoniano che lavorare con le alleanze sui temi comuni che interessano alla collettività non solo è possibile, è pure vincente”. Lo afferma il capogruppo del M5S all'Ars Giovani Di Caro. “Il responso delle urne – continua Di Caro - è il primo passo di un nuovo percorso che cominceremo a disegnare già dai prossimi giorni e che dovrà portare, l'anno prossimo, a liberare la Sicilia da uno dei governi peggiori degli ultimi decenni, che ha prodotto solo una cascata di leggi impugnate, progetti abortiti e buchi in bilancio, senza una riforma, una, che sia degna di questo nome”.