Faide interne alla Lega in provincia di Trapani non consegnano un partito sano ma dilaniato da chi ha deciso di combattere la coordinatrice provinciale, Maricò Hopps.
Da una parte i sovranisti, da Livio Marrocco a Giorgio Randazzo e Bartolo Giglio, dall’altra parte i giovani, altri dirigenti e la stessa Hopps che hanno assunto una posizione più moderata come Matteo Salvini ci ha abituati nelle ultime settimane.
Il Carroccio seppure abbia fatto incetta di ingressi in Sicilia ha delle province in cui non sfonda, così anche a Trapani. Le amministrative dell’anno scorso a Marsala nonostante l’impegno di tanti ha portato al fallimento della lista, nessun consigliere eletto, ad Alcamo, invece, è andato diversamente la Lega raggiunge il 7% quasi per un lavoro fatto proprio dalla coordinatrice provinciale che ha fatto la lista, seguito tutti i lavori della campagna elettorale e ha portato il suo contributo con due consiglieri eletti.
Due contrapposizioni all’interno della Lega, il consigliere mazarese che rappresenta il partito, già candidato sindaco, Giorgio Randazzo, è l’anima critica non condividendo il percorso della Lega Sicilia che ha deciso di non sostituire la segretaria provinciale, accusata di immobilismo.
Il segretario regionale, Nino Minardo, ha evidenziato che il partito è uno, che le cose vanno discusse non sulla stampa ma internamente alla Lega e che non ci possono essere le correnti, di fatto accade il contrario e c’è un malessere diffuso che potrebbe causare la fuga di molti.
Marrocco e Randazzo, insieme ad altri dissidenti e auto sospesi dal partito, chiedono la rimozione, definendolo cambio di passo, della Hopps per mancanza di azione politica e per assenza di consiglieri, tuttavia non sono noti i nomi dei consiglieri di riferimento sia di Randazzo che di Marrocco nelle altre città della provincia.
E nella giornata di domenica si è tenuto a Catania il direttivo regionale della Lega, presieduto proprio da Minardo, presenti i vari coordinatori provinciali e anche le new entry: Luca Sammartino, Valeria Sudano, Francesco Scoma. Da ieri tiene banco la alleanza tra Forza Italia e Italia Viva, si tratta in verità di una prospettiva di insieme che ha gli occhi puntati su Palermo, quinta città di Italia al voto, e sulla Regione. Non una federazione ma una intesa programmatica e anche di coalizione che non può vedere più in Salvini e Meloni il traino politico.
La Sicilia può essere il laboratorio di un'alleanza vincente, senza sovranisti e populisti. Un fronte moderato di riformisti e liberali, che qui da noi è maggioranza.