Dopo anni di contenzioso giudiziario con la Psp, la Partners Sicily Properties, che dal 2006 ha ricevuto l'incarico di censire gli immobili di proprietà della Regione Siciliana, arriva la sentenza della corte d'Appello di Roma che restituisce 28milioni di euro alle casse regionali.
I giudici, infatti, hanno stabilito che il contratto stipulato fra la Regione e la Psp non poteva essere prorogato automaticamente a oltranza, come avvenuto fino al 2009, e quindi scadeva nel 2008. Le prestazioni di cui la società reclamava il pagamento non dovevano essere pagate. La Regione aveva pagato 13,3 milioni alla Psp, poi un serie di clausole portarono il contratto a lievitare fino a 80 milioni e tra il 2011 e il 2014 la Psp incassò altri 11,8 milioni a causa di un lodo arbitrale oggi ritenuto nullo e di conseguenza la somma versata dalla Regione per onorarlo va in parte restituita.
La Psp deve restituire alla Regione 7 milioni e 404 mila euro che arrivano 8 milioni con gli interessi. Alla Psp non spettano i 20 milioni e 447 mila euro che aveva chiesto come risarcimento danni. L’assessorato all’Economia guidato da Armao ha già scritto alla Psp chiedendo il pagamento delle somme alla luce della sentenza. Una vicenda che ha comunque dell'incredibile se si pensa che la Regione ha pagato più 80 milioni e non ha potuto verificare i suoi possedimenti perché la società conservò i dati in un server senza mai consegnare le password a Palazzo d’Orleans per via del contezioso. Solo un anno fa la Regione ha avuto in mano i dati del censimento pagato profumatamente e ha scoperto di possedere 239 palazzi, 273 terreni e 939 tra boschi e aree verdi.