09,00 - “Un matrimonio col territorio nato male e inevitabilmente, e aggiungerei fortunatamente, finito. Adesso, semplicemente mettiamo punto e andiamo a capo” è il commento a caldo del presidente di Airgest, Salvatore Ombra alla rinuncia della compagnia aerea Tayaranjet alle tre rotte di continuità territoriale servite Perugia, Ancona e Trieste. Il vero problema: i disagi ai passeggeri e non le rotte
“Come è noto - prosegue Ombra - non è l’aeroporto a scegliere le compagnie che si aggiudicano i bandi di Enac per coprire le rotte onerate e non potevamo che accogliere al meglio i vincitori, così come abbiamo fatto con la massima collaborazione e professionalità. Peraltro - sottolinea Ombra - risulta che pur di aggiudicarsi le rotte abbiano fatto dei ribassi pesanti in sede di gara. Col tempo, è stato per noi motivo di grande frustrazione ascoltare le tante lamentele dei passeggeri per i numerosi disagi subiti senza poter far nulla. Parliamo di voli ripetutamente cancellati, spostati d’orario, effettuati con inedite triangolazioni. Insomma azioni che hanno prodotto una sensibile incapacità di fidelizzare l’utenza, con un danno importante per il territorio. A ciò va purtroppo aggiunto che, nonostante i rimborsi ottenuti, il vettore lascia un debito per tasse e diritti aeroportuali che ci hanno costretto ad avviare un recupero forzoso per tutelare gli interessi di Airgest”.
“Le rotte sono onerate proprio perché non le copre il mercato! Da qui i vantaggi”. E, a proposito invece della disaffezione del territorio alle tre rotte, Ombra aggiunge: “Ha poco senso ormai recriminare che la compagnia avrebbe dovuto investire di più in pubblicità e promozione delle rotte le risorse economiche che ha comunque indicato nel piano dei costi e di cui dovrà rendicontare all’ENAC. Che le rotte fossero poco frequentate, lo dimostra il fatto che non fossero coperte spontaneamente dal mercato e si è quindi reso necessario imporre oneri di servizio pubblico. È alla base dei tanti benefici ricevuti dallo Stato per coprirle che hanno incassato. La compagnia sembra cercare di scaricare incapacità ed inadeguatezza criticando una sacrosanta conquista di diritto alla continuità per i siciliani svantaggiati dalla condizione di insularità”.
Il neo confermato presidente di Airgest, Salvatore Ombra, non perde l’entusiasmo e rilancia: “Chiediamo adesso alle compagnie aeree più motivate di partecipare al nuovo bando per la riassegnazione delle rotte”.
07,00 - Giusto ora che avevamo cominciato a capire come si pronuncia il nome.
Dopo nemmeno un anno, se ne va Tayaran Jet, la compagnia che a Trapani Birgi aveva vinto il bando per alcune rotte sostenute dalla continuità territoriale: Trieste, Perugia, Ancona, con due collegamenti settimanali. Era cioè pagata con i soldi pubblici per collegare Trapani ad altre città italiane. Una scelta discutibile, e che tra l'altro non è servita a sostenere economicamente le rotte. Insomma: soldi (pubblici) buttati, come in tanti avevano previsto.
Adesso, in teoria, la palla passa alla compagnia aerea seconda classificata nel bando per la continuità, cioè Albastar. Poi ci sarebbe la terza arrivata, la Dat, la compagnia che già collega la Sicilia a Pantelleria. E' probabile che rinunceranno entrambe. E allora si andrà ad un nuovo bando.
Questo la nota della compagnia:
La Tayaran Jet, comunica la recessione del contratto all’Enac per i voli in continuità territoriale da Trapani, dal 12 novembre prossimo.
Il persistente scarso traffico di passeggeri sulle rotte da Trapani per Perugia, Ancona e Trieste, obbliga il vettore bulgaro a recedere dalla Convenzione siglata con Enac, a seguito dell’aggiudicazione del bando di gara ministeriale avvenuto nel novembre scorso.
Nei prossimi giorni saranno rimborsati tutti i passeggeri che avevano prenotato fino a dicembre del 2021 e quelli che hanno subito alcune cancellazioni dei loro voli.
“Fare volare un Boeing 737/300, se si fa eccezione per il mese di agosto, con una manciata di passeggeri, è uno spreco per tutti- commenta Gianfranco Cincotta , country-manager del vettore bulgaro- . Vengono bruciati denari dello Stato italiano e dell’Unione europea, senza nessun ritorno, né per il territorio, né per la compagnia, ma solo a vantaggio delle società aeroportuali. Cosi non può andare. Le destinazioni della continuità territoriale, scelte in un momento ante-Covid , dopo gli effetti generati dalla pandemia, non possono più essere sostenute economicamente”.