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28/11/2021 22:00:00

L'eredità del '68, oggi

L'eredità del sessantotto. Fu la stagione -tra la fine degli anni Sessanta e i primi anni Settanta-di ribellione delle giovani generazioni, attratte dall’ideale di rivoluzionare la società e la politica.

Quelle rivolte esercitarono una profonda influenza sui processi di trasformazione dei comportamenti e della mentalità e di creazione di nuove forme di mobilitazione. Il movimento di studenti e operai esplose nelle università, nelle scuole, nelle fabbriche e nelle piazze, contestando i valori tradizionali e le istituzioni. Tale contestazione prese di mira sia la società occidentale – e dunque il capitalismo – sia quella di tipo sovietico – e dunque il socialismo nella sua realizzazione storica.In effetti, tra i vari movimenti del Sessantotto vi furono anche differenze profonde, nelle motivazioni e negli obiettivi. Il dato comune era soprattutto quello anagrafico, essendo i gruppi che lo promossero costituiti prevalentemente da giovani.

In Europa le contestazioni ebbero la genesi in Francia.In Italia, invece, la diffusione del movimento giovanile fu per molti versi prodotta dal fallimento dei progetti riformistici messi in atto dalla Democrazia cristiana e dal Partito socialista con i governi di centrosinistra. Il sistema scolastico italiano e quello universitario, inoltre, erano molto arretrati e inadatti a una società in rapida evoluzione. Infine, chiusosi ormai il ‘miracolo economico’, molti giovani operai del Sud, immigrati nelle grandi città del Nord, vivevano in condizioni di grave disagio. Si innescò, in tale contesto, un’ondata di contestazione politica e sociale, prevalentemente operaia e studentesca, che in anni successivi degenerò anche in estremismo e violenza. Diversi gruppi dall’anarchismo all’ammirazione per la figura di Mao Zedong, dal femminismo al culto di Che Guevara, ne facevano parte, ma anche studenti di estrema destra parteciparono alla contestazione contravvenendo agli ordini del partito di riferimento, il MSI. In Italia il Sessantotto generò vari e diversi gruppi extraparlamentari di sinistra -tra cui Lotta continua, Potere operaio, Avanguardia operaia-. Il patrimonio di quegli anni ci ha lasciato una società borghese di destra-che è parte della loro natura- e di sinistra. Molti figli nati nel secondo dopoguerra furono indirizzati a studi umanistici, con incursioni importanti in medicina- chirurgia e ingegneria. L'architettura è un mix tra studi umanistici e scientifici. Lo cantava Pietrangeli deceduto pochi giorni fa:"[...] anche l'operaio vuole il figlio dottore".

Il vulnus è accaduto quando quelle generazioni raggiunto lo "statu quo" si è arenata. Molti sono diventati professori, i più bravi docenti universitari, Dottori in medicina, Ingegneri e Architetti,esercitando nel pubblico allora accogliente e libera professione, pensando che lo stesso sarebbe accaduto per la loro prole. Poi il mondo è cambiato e la domanda di lavoro è soprattutto per tecnici che siano operai o laureati e che necessiterà emigrare. Addio Sessantotto che creò progresso con alcune degenerazioni violente e benvenuto complesso Terzo Millennio.

Vittorio Alfieri