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06/12/2021 13:00:00

I dubbi degli italiani, l'irrazionale, la scienza e... lo sconforto

 È sconfortante.

L'emergenza torna e mette in discussione la fiducia nella ripresa e nell'uscita che sembrava vicina.
Il 55esimo Rapporto del Censis sulla situazione sociale del Paese - il quadro socio-economico forse più noto e autorevole dell'Italia -, dipinge la Nazione prigioniera in era pandemica delle sue fragilità.
La pandemia probabilmente ha messo in risalto come emerge nella relazione, anche un altro aspetto forte, che con il Covid-19 è esploso: la società irrazionale. Ebbene, scrive il Censis, l'irrazionale ha infiltrato il tessuto sociale.
Per il 5,9% degli italiani-circa 3 milioni- il Covid non esiste, per il 10,9% quasi 6 milioni e mezzo il vaccino è inutile. E poi: il 5,8% è convinto che la Terra è piatta, quando l'astronomia ellenistica affermò nel 3° secolo A.C. la sfericità del pianeta, per il 10% l'uomo non è mai sbarcato sulla Luna, per il 19,9% il 5G è uno strumento sofisticato per controllare le persone.

La realtà di fondo è che accanto alla maggioranza ragionevole e saggia si leva un'onda di irrazionalità. Il siero vaccinale per il 31,4% è un farmaco sperimentale e le persone che si vaccinano fanno da cavie. Per il 12,7% la scienza produce più danni che benefici, con buona pace di: Dulbecco , Montessori, Montalcini e i ragazzi di via Panisperna restando solo nel Belpaese e al novecento.
Si osserva una irragionevole disponibilità a credere a superstizioni,pregiudizi antiscientifici, teorie infondate e speculazioni complottiste.
Poi la fobia maggiore: solo il 15,2% degli italiani ritiene che dopo la pandemia la propria situazione economica sarà migliore. Per la maggioranza -il 56,4%-resterà uguale e per un consistente 28,4% peggiorerà. La ricchezza complessiva delle famiglie è pari a 9.939 miliardi di €, depositi e strumenti finanziari valgono 4.806 miliardi e tutto ciò rende sostenibile il debito pubblico italiano-fonte FMI-.

È insostenibile condannare la scienza, come è sanità intellettiva nutrire il dubbio. La comunicazione sul vaccino è stata spesso confusionaria e la responsabilità è maggiore quando s'invita in audizione in parlamento personaggi controversi. Eurostat ha stimato nel 13,1% i ragazzi tra i 18 e 24 anni che hanno smesso di studiare al conseguimento della licenza media e questo deve essere motivo di riflessione. E nonostante abbia chiesto scusa, è stato uno scivolone notevole quello del prof.Monti che ha ribadito “Mia frase su informazione covid era infelice, ma italiani hanno scarso livello di preparazione nel capire dibattito”, e su ciò il Censis è stato illuminante. L'ex presidente del consiglio ha toppato molto affermando: "Bisogna trovare delle modalità meno democratiche secondo per secondo nella somministrazione dell’informazione sul covid”.

È tutto sconfortante.

Vittorio Alfieri