Più arrivano i dati e più si capisce che questa variante Omicron del coronavirus non è la fine del mondo, soprattutto per chi è vaccinato.
I sintomi sono spesso lievi e di breve durata nei vaccinati che eventualmente vengono contagiati (la variante, infatti, riduce l'efficacia del vaccino dal prevenire i contagi): dal raffreddore al mal di gola.
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità nove pazienti su dieci hanno disturbi comuni.
Servirà più tempo per confermare questo dato, ma la speranza è che possa essere iniziata quella fase discendente che ci condurrà a una convivenza «pacifica» con Sars-CoV-2.
Oggi, soprattutto nei vaccinati, può essere difficile distinguere una forma lieve di Covid dall’influenza o da un semplice raffreddore:
Sembra di poter affermare che, nei vaccinati con 2 o 3 dosi, l’infezione si stia manifestando come un’influenza leggera e di breve durata. I sintomi — seppure variabili da persona a persona — durano pochi giorni, poi spariscono.
Nell’ultimo report dell’Istituto superiore di sanità si legge che il rischio di ricovero in terapia intensiva per i non vaccinati rispetto a chi ha ricevuto la terza dose è 85 volte maggiore per gli over 80, 12 volte maggiore per la fascia 60-79 anni, 6 volte maggiore per i 40-59enni.