Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
31/01/2022 09:35:00

Trent'anni fa si chiudeva il maxi processo alla mafia

 30 anni fa la sentenza che cambiò la storia del nostro paese. Il 30 gennaio del 1992 la sentenza della Cassazione del maxi processo alla mafia, iniziato nell’aula bunker di Palermo il 10 febbraio del 1986.


Più di quattrocento imputati. Una dozzina di ergastoli confermati in Cassazione, condanne pesanti per quasi tutti gli imputati.
Nessuno più è intoccabile. La mafia entra in tribunale e ne esce condannata. Un processo imbastito dal pool anti-mafia, di cui facevano parte Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, e che si avvaleva delle confessioni di Tommaso Buscetta.
Nessuno era più intoccabile, sentenzio la Cassazione 30 anni fa.
Non era intoccabile Totò Riina, Bernardo Provenzano, e tutti gli altri boss.

La mafia reagì pesantemente. A Marzo uccise Salvo Lima a Palermo, il ministro plenipotenziario di Giulio Andreotti in Sicilia fugge inseguito, bloccato e assassinato a Palermo davanti agli occhi increduli dei passanti.
E' l'inizio di una stagione di sangue e di stragi.

La reazione di Cosa nostra contro lo Stato fu devastante. Il 23 maggio la strage di Capaci, con l'uccisione di Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo, e gli agenti di scorta. Il 19 luglio tocca a Paolo Borsellino e alla sua scorta, uccisi dall'autobomba in via D'Amelio.
Cambia volto la mafia e il nostro Paese. Cosa nostra attua la strategia stragista con la sua teoria di bombe, omicidi, attentati, attacco ai beni culturali del Paese prolungato per tutto il 1993 con le bombe di via dei Georgofili a Firenze, Milano e Roma. Nel 1994, la strage mancata per un soffio allo Stadio Olimpico. Poi il silenzio, si fermano le bombe, la mafia cambia di nuovo volto, una nuova strategia, quella di restare sommersa.