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04/02/2022 15:00:00

Gli studenti, i morti sul lavoro, e il diritto di manifestare

 Diritto di manifestare. È un esercizio garantito dal primo comma dell'articolo 21 della costituzione italiana che recita:"Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione".

E questo riguarda i concetti,l'articolo 17 della fonte suprema del nostro diritto stabilisce che: "I cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz'armi. Per le riunioni, anche in luogo aperto al pubblico, non è richiesto preavviso. Delle riunioni in luogo pubblico deve essere dato preavviso alle autorità, che possono vietarle soltanto per comprovati motivi sicurezza o di incolumità pubblica".

Questo interessa gli spazi fisici. Nell'era pandemica sono tornati in piazza i lavoratori di Embraco e Whirlpool occupando anche l'autostrada. Famigerato è diventato il corteo che si è svolto a Roma nell'ottobre scorso che portò alla distruzione della sede della CGIL. La stragrandissima maggioranza era pacifica, ma si impossessarono della protesta Fiore Castellino ed altri esponenti di Forza Nuova. Il 21 gennaio 2022 è morto un ragazzo Lorenzo Parelli di 18 anni durante uno stage di alternanza scuola-lavoro.


Le norme di sicurezza sul luogo e svolgimento delle prestazioni esistono, e nonostante ciò sono deceduti in 1270 nel 2020 e 1221 nel 2021. Gli studenti sono scesi in strada per denunciare il fallimento del modello, e lo hanno fatto fin dalla sua genesi, perché lo ritengono schiavismo e lavoro a costo zero. Sono accaduti degli scontri,la loro testimonianza: "Picchiati perché volevamo ricordare un ragazzo morto" "Vogliamo che sia la primavera calda degli studenti, ci siamo rotti le palle delle istituzioni che non ci ascoltano e che ci lasciano andare a morire in alternanza scuola-lavoro".

Federico Bernardini il presidente della Consulta degli studenti di Torino venerdì 28 gennaio era in piazza per manifestare dopo la morte di Lorenzo Parelli durante l’ultimo giorno di alternanza scuola-lavoro. Insieme ad altri ragazzi, ha annunciato una nuova manifestazione."Quel giorno - riferiscono gli stessi - abbiamo parlato con la digos per partire in corteo, non cercavamo alcuno scontro, non ci hanno fatto parlare ed è arrivata la prima delle molte cariche.Non si possono reprimere studenti di 14-18 anni che manifestano per un ragazzo morto e poi fare sfilare i no green pass che hanno occupato il rettorato". Sara: “Siamo noi che possiamo costruire il nostro futuro, non crediamo alle lacrime di coccodrillo che arrivano dalla politica, anche perché l’alternanza scuola-lavoro è una misura decisa dal Pd. Che ci vengano a raccontare che a Lorenzo piacesse andare in fabbrica non è importante, chiunque di noi quel giorno poteva essere sotto quella putrella. Deve essere chiaro che i giovani vengono picchiati perché la politica ha preso scelte sbagliate”. La Lamorgese asserisce che ci sono state infiltrazioni e hanno agito di conseguenza. E la storia si ripete. Va bene la prima, ma non è accettabile che una nazione picchi i suoi ragazzi,senza retorica: sono il futuro che non appare roseo, protestano è corretto, sono arrabbiati? Necessita saperla gestire la rabbia, non sono i manganelli la soluzione, devono essere una extrema "ratio", e non era la fattispecie.


Vittorio Alfieri